Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Assisterti nella tua richiesta per la Verità Assoluta

Ritorno a Krishna
Fondata nel 1944 Vol. 41, Numero 4 Luglio / Agosto 2007
(Ediz. Italiana Vol. 19, Numero 4)

SOMMARIO

Lezione del Fondatore
4 Dio e le Sue Energie
Srila Prabhupada spiega che dietro le energie dell’esistenza materiale e spirituale si trova la persona Krsna.
8 Un Ritiro Spirituale Estivo nel Villaggio di Saranagati
Con Krsna come punto focale, un campo estivo per bambini nella Columbia Britannica, offre aria buona esercizi, apprendimento e divertimento.
17 Sezione Libri: Srimad-BhAgavatam
21 I Dialoghi di Srila Prabhupada
Il carro della mente
Finestre sul mondo spirituale
23 Sri Radha, “La Ladra di Fiori”
Un nuovo dipinto di un artista russo, Sac-cid-ananda Dasa illustra uno scambio incantevole tra Radha e Krsna.
26 Umiltà e Desiderio di Successo. Possiamo adempiere i nostri doveri materiali senza lasciarci sopraffare se teniamo in mente le cose più importanti.
29 L’Uva Acerba e la Vite della Conoscenza Vedica. La prospettiva cosciente di Krsna della realtà può essere descritta sia come ottimistica sia come pessimistica o semplicemente come realistica.
33 Calendario
Luoghi spirituali
34 ISKCON Tirupati: Portare Goloka a Vaikuntha. Un nuovo tempio Hare Krsna in uno dei maggiori luoghi di pellegrinaggio dell’India sibisce la devozione speciale della linea del Signore Caitanya.
46 L’Osservatore Vedico

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE: Alida D’Ambrosio (Ali Krsna devi dasi)
AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
ABBONAMENTI: Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630 E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
‘Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11, 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 19, N.4-Luglio/Agosto 2007 Stampa: La Zincografica, Firenze.
Sped. Abb. Post. Comma 20 C Legge 662/96 Filiale FI


BENVENUTO

LA STORIA ILLUSTRATA NELLA COPERTINA di questo numero ci porta a Tirupati, nell’India del Sud, casa di uno dei più affollati luoghi di pellegrinaggio del mondo. La storia del tempio di Balaji che si trova in cima alla Collina Tirumala risale a migliaia di anni. Ora il movimento Hare Krsna ha aperto un tempio estremamente impressionante alla base di questa collina. Mentre l’adorazione della divinità di Krsna conosciuta come Balaji enfatizza la natura di Dio che ispira riverenza, nel tempio Hare Krsna i pellegrini adorano Radha-Krsna, la piena espansione della forma più intima di Dio.
Ogni estate, un altro tipo di pellegrinaggio ha luogo nelle montagne della Columbia Britannica, in Canada, dove i bambini si riuniscono per un campo estivo nel Villaggio del movimento Hare Krsna di Saranagati. Visakha Devi Dasi, residente di Saranagati e collaboratrice da lungo tempo di Ritorno a Krishna, ci racconta come gli organizzatori aiutano i piccoli a tenere sempre Krsna al centro mentre imparano e si divertono in un grande scenario naturale. Dall’India del Sud al Canada Occidentale, i devoti Hare Krsna sono ovunque. Hare Krsna.
Nagaraja Dasa, Direttore


I NOSTRI SCOPI

Aiutare la gente a discernere la realtà dall'illusione, lo spirito dalla materia, l'eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Maha­prabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, la Personalità di Dio.

LEZIONE DEL FONDATORE
New York — 20 Luglio 1976
Dio e le Sue Energie
visnu-saktih para prokta
ksetrajnakhya tatha para
avidya-karma-samjnanya
trtiya saktir isyate

“L’energia di Krsna è spirituale e anche l’energia conosciuta come esseri viventi è spirituale. Esiste comunque un’altra energia, chiamata illusione, che genera l’attività interessata. Questa è la terza potenza del Signore.”
–Sri Visnu Purana 6.7.61
La Suprema Verità Assoluta è Bhagavan, Visnu, l’onnipervadente Personalità di Dio. Poiché Egli è spirituale, anche la Sua potenza deve essere spirituale. L’esempio è quello del sole e del suo splendore. Il globo solare è la riserva totale del calore e della luce, per cui la sua potenza – lo splendore del sole – è anch’essa calore e luce. Lo splendore del sole non è diverso dal sole. Sakti significa potenza. Sakti saktimat abheda: “La potenza ha la stessa natura della sua sorgente.” La potenza di una persona non differisce qualitativamente dalla persona. L’esempio è lo stesso: il sole e il suo splendore. Lo splendore del sole è la sua potenza e il sole ha la stessa qualità del suo splendore – calore e luce.
Secondo la conoscenza vedica, la Personalità di Dio ha molteplici potenze. Nella creazione vediamo agire diversi tipi d’energia. Prendete ad esempio le foglie di un albero. Alcune sono verdi, alcune sono rosse, altre sono gialle ed altre ancora sono miste. Allo stesso modo i vari frutti hanno gusti differenti e i fiori hanno fragranze differenti. Nella creazione c’è varietà, ma da dove deriva? Dallo splendore del sole. Lo splendore del sole è sempre lo stesso, ma agisce in modi diversi cosicché noi vediamo manifestazioni diverse. Questo è un semplice esempio materiale.
L’entità spirituale originale è Krsna. Nella Bhagavad-gita (10.8) Egli dice, aham sarvasya prabhavah: “Io sono l’origine di tutto.” Tutto ciò che viene da Krsna non è differente da Lui. Tutte queste manifestazioni colorate vengono da Krsna. Mattah sarvam pravartate: “Tutto proviene da Me.”
Tutto è sakti, potenza di Krsna. Su questo non c’è dubbio. Vasudevah sarvam iti: Vasudeva è tutto [Bhagavad-gita 7.19]. Questo è Krsna, ma Egli agisce in molti modi. Come? Nei Veda è affermato: svabhaviki jnana-bala-kriya ca. Egli ha potenze illimitate per cui tutto viene fatto in modo naturale, senza alcun sforzo, ma dietro ogni cosa c’è sempre Krsna. Per esempio, noi vediamo crescere un fiorellino. Lo stelo è molto bello e il fiore è di vari colori. Questa però non è una cosa ordinaria. Se tu sei un pittore e vuoi dipingere un fiore simile, ti occorreranno molti giorni. Non pensate che il fiore si sia formato automaticamente. No. Queste cose non sono automatiche. Quando dipingi un fiore, devi usare molta energia. Allo stesso modo Krsna deve usare la stessa energia, ma per Lui è molto naturale. Svabhaviki jnana-bala-kriya ca – questo accade solo per la Sua volontà. Egli non deve sforzarsi per questo.
Questa è la differenza tra le attività di Krsna e le nostre, nonostante che noi, essendo parti di Krsna, abbiamo le Sue stesse qualità. Ksetrajna indica le entità viventi. Esse hanno la stessa potenza di Krsna. Allora qual è la differenza? La differenza è che le ksetrajna, le entità viventi, sono soggette a cadere sotto l’illusione. Noi siamo piccolissimi: perciò siamo soggetti a spegnerci. La scintilla, quando è fuori dal fuoco, si spegne – non ha più la qualità del fuoco, ma finché si trova all’interno del fuoco potrete vedere le scintille splendenti che si muovono danzando. La qualità è la stessa. Il fuoco può bruciare e la piccola scintilla può bruciare il vostro abito. Al pari della scintilla, però, l’essere vivente quando non è più in contatto con Krsna, si spenge, viene coperto dall’oscurità e la sua qualità spirituale si spegne. Non è esaurito– ma per lo meno coperto per qualche tempo.
La qualità spirituale non può estinguersi perché è spirituale. Na hanyate hanyamane sarire [B.g. 2.20]. La qualità spirituale non può estinguersi. Essa continua ad esistere e a causa di avidya, l’ignoranza, l’essere vivente passa in un altro corpo, poi in un altro – la trasmigrazione dell’anima. E finché non fa rivivere la sua coscienza originale, deve attraversare questo percorso più volte. Deve lottare per l’esistenza, sta cercando di tornare alla sua posizione originale che è splendente come la posizione di Krsna.


La Lotta Per L’esistenza

Questo si chiama lotta per l’esistenza. Come dice il verso di oggi, avidya-karma-samjnanya. Le persone cercano la felicità. A New York City vedrete persone che stanno solo lottando. Qual è il loro scopo? Diventare felici. Alcuni bevono, alcuni giocano d’azzardo, qualcuno va al ristorante, qualcuno a Times Square ed altri vanno qua e là. I loro vero scopo è diventare felici, ma a causa di avidya, ignoranza, non riescono a diventare felici. Questa è la loro posizione. Avidya-karma-samjnanya trtiya saktir.
Avidya è illusione. Noi ora siamo avvolti, coperti dal corpo e pensiamo: “Io sono questo corpo.” Questa è avidya.
Non sono il corpo, perciò devo essere guidato a questa conoscenza: “Voi non siete il corpo. Poiché avete desiderato dominare la natura materiale, vi trovate con un corpo materiale. Poiché avete desiderato mangiare gli escrementi, avete un corpo di maiale. Poiché avete voluto creare problemi inutili, avete ottenuto il corpo di scimmia. Poiché avete desiderato bere sangue fresco, avete ottenuto il corpo di una tigre.” Tutto questo si chiama avidya. Non siamo né tigri, né maiali, né scimmie, né esseri umani, né americani, né indiani. Siamo anime spirituali. Dobbiamo arrivare a questa conoscenza. Da avidya, ignoranza, si deve arrivare a questa conoscenza. Allora la nostra vita sarà coronata dal successo.


Cambiare Attraverso l’Associazione Spirituale

Il nostro movimento per la Coscienza di Krsna cerca di risanare la società umana, poiché non è possibile portare alla coscienza di Krsna le scimmie, i gatti e i cani. Questo non è possibile. La coscienza di Krsna è difficile per coloro che hanno una mentalità da cani, da gatti o da scimmie. Costoro devono cambiare mentalità per mezzo del sat-sanga, l’associazione spirituale. Voi ascoltate gli sastra, le scritture, ed io parlo sulla base degli sastra. Questo viene detto sat-sanga.

satam prasangan mam-virya- samvido
bhavanti hrt-karna-rasayanah kathah
taj-josanad asv apavarga-vartmani
sraddha ratir bhaktir anukramisyati

“Nella compagnia dei puri devoti è molto piacevole e soddisfacente per l’orecchio e per il cuore conversare sui divertimenti e sulle attività del Signore Supremo. Coltivando questa conoscenza si avanza gradualmente sul sentiero della liberazione, quindi ci si libera da ogni condizionamento materiale e l’attrazione per il Signore diventa fissa. Allora nasce la devozione vera e comincia il servizio devozionale.” [Srimad-Bhagavatam 3.25.25] Con il sat-sanga, con una vera associazione spirituale – conversando con le persone sante e unendosi a loro – possiamo imparare a conoscere le illimitate potenze di Krsna. Nell’associazione spirituale, gli argomenti su Krsna sono molto piacevoli al cuore e all’orecchio.
Diversamente, senza il sat-sanga, questo non è possibile. Se vi rivolgete ad un declamatore professionale del Bhagavatam, le sue parole vi entreranno da un orecchio e vi usciranno dall’altro, nient’altro. Perché nelle sue parole non c’è vita; per lui è solo un affare.
Non puoi fare affari con Krsna. Krsna non è disponibile a questo livello. Egli è il padrone. Non puoi usarLo a tuo servizio. Tu devi impegnarti al Suo servizio. Questo è ciò che si richiede. “Krsna è il mio padrone, devo servirLo. Non farò di Krsna uno strumento da usare al mio servizio.

La Potenza di un’Unica Luna

La Bhagavad-gita afferma che quattro tipi di persone con un patrimonio di atti pii si rivolgono a Krsna, ma quelle empie non possono farlo. Perché solo poche persone scelte vengono qui? Perché è necessario avere un patrimonio di atti pii. Altrimenti non è possibile. Non ci aspettiamo che tutti divengano coscienti di Krsna; questo non è possibile. Basta però che ci sia un’unica persona ideale cosciente di Krsna per dare beneficio a migliaia di persone. Ekas candras tamo hanti na ca tarah sahasrasah: basta che ci sia un’unica luna nel cielo – e non milioni di stelle scintillanti – per illuminare l’intero universo. Le persone soffrono. Avidya-karma-samjnanya. Avvolte nell’avidya, nell’illusione, lottano per l’esistenza. Per questo Krsna viene di persona a liberarle. Paritranaya sadhunam vinasaya ca duskrtam [Bg. 4.8]. Questo è il Suo compito. Perciò il devoto di Krsna si assume il compito di Krsna per mezzo di questo movimento per la coscienza di Krsna. Questo farà bene a lui e alle persone a cui predica. Dobbiamo predicare quello che c’è negli sastra. Caitanya Mahaprabhu ha dato questa istruzione:

yare dekha, tare kaha ‘krsna’- upadesa
amara ajnaya guru hana tara’ ei desa

“Istruisci ogni persona a seguire gli ordini che Sri Krsna ha lasciato nella Bhagavad-gita e nello Srimad-Bhagavatam. Diventa così un maestro spirituale e cerca di liberare ogni persona di questo paese.” [Caitanya-caritamrta, Madhya-lila 7.128].
Non diventare anche tu un guru mascalzone che s’inventa qualcosa d’immaginario: “Fai questo. Dammi un po’ di denaro e diventi Dio.” Non fare questo. Insegna quello che Krsna ha detto, nient’altro. Qual è la difficoltà? Quello che Krsna ha detto lo sai. Man-mana bhava mad-bhakto mad-yaji mam namaskuru: “Pensa sempre a Me, diventa Mio devoto, adoraMi ed offriMi i tuoi omaggi.” [Bg. 18.65] Insegna queste quattro cose.
“Diventa un devoto di Krsna.”
“Come posso diventare devoto?”
“Vieni al tempio, offri i tuoi omaggi, prendi prasadam.”
Qual è la difficoltà per diventare un predicatore? E anche se nessuno viene, non c’è problema. Le persone sono così corrotte che non verranno. Noi stiamo offrendo molte opportunità: “Venite qui, vivete in questo bell’edificio e ascoltate parlare di Krsna. Prendete prasadam, cantate e danzate, vivete una vita molto felice.” Le persone però preferiscono diventare maiali, stanno disponendo della loro vita per questo scopo. Nella prossima vita diventeranno cani. Lo preferiscono.
Il movimento per la coscienza di Krsna mette in atto le più elevate attività per il benessere del mondo. Le persone dovrebbero cercare di comprendere questo movimento ed unirsi ad esso per potersene avvantaggiare.
Vi ringrazio moltissimo.



Cosa è il Movimento Hare Krishna?

Fondata nel 1966 da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) porta avanti una grande ed antica tradizione che si basa sulla Bhagavad-gita, gli insegnamenti di Krsna di cinque millenni fa. La Gita e le altre antiche scritture vediche dichiarano che Krsna è la Persona Originale, Dio stesso, che appare periodicamente in questo mondo per liberare tutti gli esseri viventi.
Soltanto cinquecento anni fa, Krsna è disceso nella forma di Sri Caitanya Mahaprabhu per insegnare il più sublime ed efficace metodo di meditazione per i nostri giorni: il canto dei nomi di Dio, ed in modo particolare i nomi che si trovano nel mantra Hare Krsna. Oggi i membri dell’ISKCON proseguono il metodo del Movimento del Signore Caitanya distribuendo in tutto il mondo gli insegnamenti di Sri Krsna ed il mantra Hare Krsna.

Nomi Spirituali

I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.


Un Ritiro Spirituale Estivo nel VILLAGGIO DI SARANAGATI
Nell’interno della Columbia Britannica, i ragazzi imparano a nuotare, a fare escursioni, a fare teatro, a tirare con l’arco e a preparare candele tutto ciò in un’atmosfera cosciente di Krsna.
Testo e foto di Visakha Devi Dasi

Circa quarantacinque anni fa, nelle acque color verde blu del lago di Camp Kawakee, a prezzo di molta trepidazione e molta pratica, riuscii a coordinare le mie membra, la testa e il corpo nei fluidi movimenti del crawl. Finalmente sapevo nuotare. Le quattro estati trascorse in quel piccolo campeggio della parte interna dello Stato di New York fecero nascere in me la passione per l’attività all’aperto, per le esplorazioni e per una vita senza macchine né televisione. Là divenni consapevole dell’importanza del cameratismo, ma anche della solitudine. Imparai a rianimare una persona, a curare bene le ferite e a sopravvivere con un minimo di provviste. Non mi capitò mai però di chiedermi quale fosse lo scopo della vita e come poterlo raggiungere. E guardando indietro penso che nessun altro campeggiatore di Kawakee e nessun istruttore prendesse in considerazione questi problemi. Queste mie domande trovarono una risposta molti anni dopo – dal contatto con gli insegnamenti di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Srila Prabhupada spiega ripetutamente che il nostro corpo è temporaneo mentre la nostra anima è eterna. Nella forma di vita umana possiamo, se lo vogliamo, abbandonare gli impegni materiali e fare servizio devozionale ai piedi di loto di Sri Krsna senza desiderare alcun compenso materiale. Servendo il Signore con devozione, dice Srila Prabhupada, gradualmente diventeremo adatti a tornare a casa, da Dio. Egli dice anche che non dovremmo diventare padri e madri, se non siamo in grado di salvare i nostri figli dal ripetersi di nascite e morti – cioè dal ciclo di trasmigrazioni – impegnandoli al servizio del Signore Supremo Sri Krsna.
Queste istruzioni sono chiare e sono confermate dalle scritture. E per quelli di noi che sono genitori, l’ultima è una sfida particolarmente importante. La futilità delle attività materiali e il bisogno di una vita spirituale possono sembrare evidenti a noi, ma i nostri figli vogliono divertirsi e sentirsi stimolati – da un’esperienza come quella a Camp Kawakee – specialmente durante le loro vacanze estive.
In una lettera ad un suo discepolo Srila Prabhupada ha offerto una soluzione pratica a questo problema: “I figli dovrebbero essere istruiti sfruttando sempre il loro desiderio di giocare. Insegnate loro a fare i giochi di Krsna. Possono fare la parte dei pastorelli, delle mucche, dei pavoni, dei demoni etc. Se giocando pensano a Krsna come se fossero veramente associati a Lui, allora ben presto diverranno coscienti di Krsna.” Egli inoltre ha spiegato: “Fate in modo che imparino qualcosa, a cantare, a danzare, a rispettare molto prasadam se lo desiderano e non siate dispiaciuti se hanno una natura incline al gioco. Fateli anche giocare e correre. È una cosa naturale.” Queste istruzioni sono alla base del campeggio estivo per ragazzi al Villaggio di Saranagati nella Columbia Britannica in Canada.
Molto lontana dalla baraonda e dalle tensioni della vita urbana e suburbana, Saranagati, a quattro ore e mezzo circa di macchina da Vancouver, è un’area di circa 640 ettari costellata di laghi, una valle particolare delle Coastal Mountains, i cui abitanti seguono il principio di vivere in modo semplice per progredire spiritualmente seguendo le istruzioni di Srila Prabhupada.
Al campeggio estivo per ragazzi, a cui dettero inizio Radha Kunda e Kartamasa Delaney, la giornata inizia con il canto del japa dei campeggiatori e con un kirtana cui seguono le preghiere alle piccole divinità di Krsna-Balarama adorate da questa giovane coppia di sposi, i genitori dei quali sono discepoli di Srila Prabhupada. Avendo come guida le istruzioni di Srila Prabhupada (“per svilupparsi è necessario esercitarsi,” diceva Prabhupada), la giornata dei ragazzi viene organizzata con attività fisiche all’aperto ed esperienze pratiche culturali. I campeggiatori fanno candele, imparano a tirare con l’arco e si aiutano l’un l’altro in un percorso ad ostacoli. Nuotano e fanno escursioni, creano diorama sulle attività di Krsna e per il piacere dei residenti di Saranagati recitano in uno spettacolo teatrale sui passatempi del Signore.
Quando nel 2006 l’impegno dell’insegnamento impedì a Radha Kunda e a Kartamasa di continuare a occuparsi del campeggio, Amrita Devi diventò consulente capo coadiuvata dai genitori dei campeggiatori e da molti residenti di Saranagati. Come Radha e Kartamasa, Amrita voleva che i ragazzi si divertissero, apprendessero nuove abilità e diventassero più coscienti di Krsna.
Seduta in una capanna di legno costruita dalle persone del luogo Amrita dice: “La prima istruzione che Prahlada Maharaja dette ai suoi compagni di classe è che come gli adulti, anche i ragazzi possono praticare le attività del servizio devozionale. Tra tutte le numerose forme di vita è raro ottenere quella umana e sebbene essa sia temporanea – come lo sono tutti i corpi materiali – ha un grande valore perché in questa forma si può servire Krsna con devozione. Anche un piccolo servizio devozionale fatto con sincerità può dare ad un ragazzo una perfezione completa.
Amrita s’interrompe per un momento per aiutare un campeggiatore in un progetto di lavoro con il legno. “ Noi vogliamo che i campeggiatori sappiano che il servizio devozionale è naturale,” continua. “Vogliamo che sappiano che Sri Krsna, la Suprema Personalità di Dio, è il loro più caro amico e benefattore. Nella loro fanciullezza invece di essere confusi e perdere tempo o essere coinvolti in cattive compagnie, questi ragazzi possono servire il Signore. La loro relazione con la Persona Suprema è una realtà ed essi possono agire e parlare in modo da soddisfarLa e compiacerLa. Sri Krsna è al di là dei concetti della conoscenza materiale, ma Egli può essere compreso anche da un ragazzo che Lo serva con amore.
Un giorno dopo la fine del campeggio del 2006, una delle campeggiatrici, Rasamandala, di undici anni, disse: “Questa esperienza mi è piaciuta tutta molto, dall’inizio alla fine. Non saprei neanche dire quale sia stata la mia attività preferita, perché erano tutte bellissime.”
Suo padre, Yoginatha Dasa, disse: “Questo campeggio è un’occasione per i figli dei devoti per imparare a relazionare tra loro, a praticare attività devozionali, ad imparare nuovi modi per servire Krsna, tutto questo divertendosi. In realtà non è affatto un campeggio estivo, ma un ritiro spirituale estivo.”

Da oltre trent’anni Visakha Devi Dasi collabora a BTG con articoli e fotografie. Dal 1999 vive al Villaggio di Saraganati insieme a suo marito, Yaduvara Dasa.


Hare Krsna Hare Krsna
Krsna Krsna Hare Hare
Hare Rama Hare Rama
Rama Rama Hare Hare

S E Z I O N E L I B R I : S R I M A D - B H A G A V A T A M
Considerato “il frutto maturo dell’albero della letteratura Vedica,” lo Srimad-Bhagavatam è la più completa ed autorevole esposizione della conoscenza Vedica. Cinquemila anni fa Krsna Dvaipayana Vyasa compose questo purana, o storia, per spiegare l’essenza della conoscenza spirituale. Qui presentiamo lo Srimad-Bhagavatam col testo originale sanscrito, la traslitterazione, la traduzione parola per parola, la traduzione letterale e le spiegazioni di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
Acarya Fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.

IL SIGNORE NATO DA SE STESSO
Sri Visnu è glorificato dalle più colte autorità dell’universo, cominciando da qui dai grandi saggi che evidenziano la Sua posizione trascendentale al di sopra delle influenze della natura materiale.

CANTO 4: CAPITOLO 7


jagad-udbhava-sthiti-layesu daivato
bahu-bhidyamana-gunayatma-mayaya
racitatma-bheda-mataye sva-samsthaya
vinivartita-bhrama-gunatmane namah

jagat: il mondo materiale; udbhava: la creazione; sthiti: il mantenimento; layesu: nella distruzione; daivatah: il destino; bahu: molti; bhidyamana: vari; gunaya: dalle qualità materiali; atma-mayaya: con la Sua energia materiale; racita: prodotti; atma: nell’essere vivente; bheda-mataye: che produsse diverse tendenze; sva-samsthaya: con la Sua potenza interna; vinivartita: fatto fermare; bhrama: l’interazione; guna: delle influenze della natura; atmane: a Lui, nella Sua forma personale; namah: i miei omaggi.

Offriamo i nostri rispettosi omaggi al Supremo, che ha creato le differenti manifestazioni e le ha poste sotto l’incantesimo delle tre influenze del mondo materiale al fine di crearle, mantenerle e distruggerle. Personalmente Egli non è mai sotto il controllo della Sua energia esterna; nella Sua forma personale Egli è completamente indipendente dalla manifestazione delle influenze materiali, e non è mai soggetto all’illusione determinata dalla falsa identificazione.

SPIEGAZIONE: Questo verso descrive due posizioni: una è quella relativa alla creazione, al mantenimento e alla distruzione del mondo materiale, l’altra è la posizione personale del Signore. La posizione del Signore, il regno di Dio, è anch’essa ricca di qualità e, come il verso afferma, la Sua personale posizione è Goloka. Le diverse qualità presenti a Goloka non sono suddivise nella forma di creazione, di mantenimento e di distruzione, come accade per l’energia esterna, dove è l’interazione delle tre influenze a far sì che tutto sia creato, mantenuto e distrutto. Nel mondo spirituale, il regno di Dio, non c’è posto per queste manifestazioni, perché tutto è eterno, cosciente e pieno di felicità. Esiste una categoria di filosofi che ha erroneamente interpretato l’apparizione di Dio, la Persona Suprema, in questo mondo materiale. Questi filosofi sono convinti che, apparendo nel mondo materiale, il Signore Supremo cada sotto le influenze della natura materiale, come tutti gli altri esseri che nascono su questa Terra. Ma questa è una falsa concezione, poiché questo verso afferma chiaramente (sva-samsthaya) che in virtù della Sua potenza interna il Signore trascende tutte queste influenze materiali. Similmente, nella Bhagavad-gita il Signore dice: “Mi manifesto attraverso la Mia potenza interna.” Sia la potenza interna sia quella esterna sono sotto il controllo del Supremo, ed Egli quindi non può cadere sotto il controllo dell’una o dell’altra potenza. Tutto, invece, è sotto il Suo controllo. Per manifestare il Suo nome, la Sua forma, le Sue qualità, i Suoi divertimenti trascendentali e il Suo ambiente spirituale, Egli provoca l’azione della Sua potenza interna. In relazione alla varietà della Sua potenza esterna, Egli manifesta molti esseri celesti qualitativamente diversi a cominciare da Brahma e da Siva; e in base alle loro qualità materiali gli uomini sono attratti da questi esseri celesti. Ma quando una persona trascende o supera le qualità materiali, si stabilisce nell’adorazione esclusiva di Dio, la Persona Suprema. Questo fatto è spiegato nella Bhagavad-gita: coloro che s’impegnano nel servizio al Signore trascendono sempre la varietà e interazione delle tre influenze materiali. In sintesi, le anime condizionate sono trascinate dall’azione e dalla reazione delle tre influenze materiali, le quali determinano la differenziazione tra le energie. Nel mondo spirituale, invece, l’unico oggetto di adorazione è il Signore Supremo.
brahmovaca
namas te srita-sattvaya
dharmadinam ca sutaye
nirgunaya ca yat-kastham
naham vedapare ’pi ca

brahma: i Veda personificati; uvaca: dissero; namah: rispettosi omaggi; te: a Te; srita-sattvaya: il rifugio della virtù; dharma-adinam: di tutta la religione, l’austerità e le penitenze; ca: e; sutaye: alla fonte; nirgunaya: trascendentale alle influenze materiali; ca: e; yat: del quale (del Signore Supremo); kastham: la situazione; na: non; aham: io; veda: so; apare: altri; api: certamente; ca: e.
I Veda personificati dissero:
Offriamo i nostri rispettosi omaggi a Te, o Signore, rifugio della virtù, e quindi fonte di ogni religione, austerità e penitenza; Tu sei trascendentale a tutte le influenze materiali e nessuno conosce Te o la Tua vera posizione.

SPIEGAZIONE: Sul mondo materiale regnano le tre influenze materiali. Visnu ha accettato il controllo della virtù, che è la fonte della religione, della conoscenza, dell’austerità, della rinuncia, dell’opulenza, e così via. A causa di ciò, la vera pace, la prosperità, la conoscenza e la religione possono essere raggiunte solo quando gli esseri viventi si sono situati sotto l’influenza della virtù nel mondo materiale. Non appena gli uomini cadono sotto il controllo delle altre due influenze, cioè la passione e l’ignoranza, la loro vita condizionata, già precaria, diventa intollerabile. Ma Sri Visnu, nella Sua posizione originale, è sempre nirguna, cioè trascende queste influenze materiali. Guna significa “qualità”, e nir è la negazione. Ciò non significa, tuttavia, che Egli non abbia qualità; le qualità che il Signore possiede sono trascendentali, e mediante queste qualità Egli appare e manifesta i Suoi divertimenti. Né coloro che studiano i Veda, né i potenti esseri celesti come Brahma e Siva conoscono la manifestazione positiva delle qualità trascendentali. In realtà, le qualità trascendentali sono manifestate solo ai devoti. Come conferma la Bhagavad-gita, soltanto col compimento del servizio devozionale si può capire la posizione trascendentale del Signore Supremo. Coloro che si trovano sotto l’influenza della virtù possono essere introdotti parzialmente alla comprensione trascendentale, ma la Bhagavad-gita consiglia di superare questo stadio. I princìpi vedici si basano sulle tre influenze della natura materiale. Queste tre influenze devono essere superate per situarsi poi nella pura e semplice vita spirituale.
agnir uvaca
yat-tejasaham susamiddha-teja
havyam vahe svadhvara ajya-siktam
tam yajniyam panca-vidham ca pancabhih
svistam yajurbhih pranato ’smi yajnam

agnih: il dio del fuoco; uvaca: disse; yat-tejasa: per il Tuo splendore; aham: io; su-samiddha-tejah: luminoso come il fuoco ardente; havyam: le offerte; vahe: io accetto; su-adhvare: nel sacrificio; ajya-siktam: mischiato al burro; tam: quello; yajniyam: il protettore del sacrificio; panca-vidham: cinque; ca: e; pancabhih: dai cinque; su-istam: adorato; yajurbhih: dagli inni vedici; pranatah: che offre rispettosi omaggi; asmi: io sono; yajnam: a Yajna, Visnu.

Il dio del fuoco disse:
Mio caro Signore, offro i miei rispettosi omaggi a Te, perché grazie al Tuo favore io sono luminoso come il fuoco ardente e accetto le offerte mescolate al burro e presentate nel sacrificio. I cinque tipi di offerte prescritti nello Yajur Veda Sono tutti Tue differenti energie, e Tu sei adorato dai cinque tipi di inni vedici. Il sacrificio sei Tu, Dio, la Persona Suprema.

SPIEGAZIONE: Nella Bhagavad-gita è detto chiaramente che lo yajna dovrebbe essere compiuto per Sri Visnu. Egli possiede mille nomi trascendentali, molto famosi, uno dei quali è Yajna. È detto chiaramente che tutto dev’essere fatto per la soddisfazione di Yajna, o Visnu; ogni altra azione che può essere compiuta è solo causa di incatenamento alla materia. Tutti devono compiere gli yajna secondo gli inni vedici. Come spiegano le Upanisad, il fuoco, l’altare, la luna piena ricca di buoni auspici, il periodo di quattro mesi detto caturmasya, l’animale del sacrificio e la bevanda detta soma sono requisiti necessari, così come gli inni specifici menzionati nei Veda e composti di quattro lettere. Un mantra spiega: asravayeti catur-aksaram astu srausad iti catur-aksaram yajeti dvabhyam ye yajamahah. Questi mantra, cantati secondo le Scritture dette sruti e smrti, sono destinati soltanto a soddisfare Sri Visnu. Il compimento dello yajna e il rispetto delle regole relative alle quattro divisioni della società e della vita spirituale sono raccomandati per la liberazione di coloro che sono condizionati dalla materia e attratti dal godimento materiale. Nel Visnu Purana è detto che offrendo sacrifici a Visnu ci si può gradualmente liberare. L’unico scopo della vita, dunque, è solo quello di soddisfare Sri Visnu, e ciò è definito yajna. Ogni persona che è situata nella coscienza di Krsna ha dedicato la sua vita alla soddisfazione di Krsna, l’origine di tutte le forme di Visnu, e offrendo quotidianamente adorazione e prasada, diventa il migliore celebrante dello yajna. Lo Srimad-Bhagavatam afferma chiaramente che in questa età di Kali l’unico modo per compiere con successo lo yajna, ossia il sacrificio, è yajnaih sankirtana-prayaih: il migliore sacrificio è quello di cantare

Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna, Krsna, Hare Hare
Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare

Questo yajna è offerto davanti alla forma del Signore Caitanya, proprio come altri yajna sono offerti alla forma del Signore Visnu. Queste raccomandazioni sono contenute nell’undicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam. Inoltre, il compimento di questo yajna conferma che Sri Caitanya Mahaprabhu è Visnu stesso. Come Visnu apparve nello yajna di Daksa molto molto tempo fa, Sri Caitanya è apparso in quest’era per accettare il nostro sankirtana-yajna.

deva ucuh
pura kalpapaye sva-krtam udari-krtya vikrtam
tvam evadyas tasmin salila uragendradhisayane
puman sese siddhair hrdi vimrsitadhyatma-padavih
sa evadyaksnor yah pathi carasi bhrtyan avasi nah
devah: gli esseri celesti; ucuh: dissero; pura: un tempo; kalpa-apaye: alla distruzione del kalpa; sva-krtam: prodotto da se stesso; udari-krtya: riassorbito nel Tuo addome; vikrtam: effetto; tvam: Tu; eva: certamente; adyah: originale; tasmin: in quella; salile: acqua; uraga-indra: su Sesa; adhisayane: sul letto; puman: persona; sese: Si riposa; siddhaih: dalle anime liberate (come Sanaka e altri); hrdi: nel cuore; vimrsita: oggetto di meditazione; adhyatma-padavih: la via della speculazione filosofica; sah: Egli; eva: certamente; adya: adesso; aksnoh: degli occhi; yah: chi; pathi: sulla via; carasi: Ti muovi; bhrtyan: servitori; avasi: proteggi; nah: noi.

Gli esseri celesti dissero:
Caro Signore, nel passato, al tempo della devastazione, Tu serbasti tutte le differenti energie della manifestazione materiale, e in quel momento tutti gli abitanti dei pianeti superiori, anime liberate come Sanaka, meditavano su di Te servendosi della speculazione filosofica. Tu sei dunque la Persona originale, e riposi nell’acqua della devastazione sul letto formato dal serpente Sesa. Ora, oggi, Ti sei mostrato a noi, che siamo i Tuoi servitori. Ti preghiamo di darci protezione.

SPIEGAZIONE: La devastazione di cui parla questo verso è la distruzione parziale dei pianeti inferiori dell’universo, che sopraggiunge quando Brahma va a riposare. I sistemi planetari superiori, a cominciare da Maharloka, Janaloka e Tapoloka, non sono inondati durante questa devastazione. Come questo verso indica, il Signore è il creatore, perché le energie della creazione si manifestano attraverso il Suo corpo, e dopo la distruzione Egli conserva tutta l’energia nel Suo addome.
Un altro punto significativo in questo verso è l’affermazione degli esseri celesti: “Noi siamo tutti Tuoi servitori (bhrtyan). Dacci la Tua protezione.” Gli esseri celesti dipendono dalla protezione di Visnu; non sono mai indipendenti. Per questa ragione la Bhagavad-gita condanna l’adorazione degli esseri celesti, perché è assolutamente non necessaria, e stabilisce chiaramente che solo le persone che hanno perso il buon senso si rivolgono agli esseri celesti per ricevere aiuto. Generalmente, chi ha desideri materiali da soddisfare può rivolgersi a Visnu, invece che agli esseri celesti. Chi si rivolge agli esseri celesti non dimostra un’intelligenza molto acuta. Notiamo inoltre che gli esseri celesti dicono al Signore: “Noi siamo i Tuoi servitori eterni”, il che vuol dire che sentendosi servitori, devoti del Signore, non si preoccupano molto delle attività interessate, del compimento degli yajna prescritti o della speculazione mentale; essi si limitano a servire il Signore Supremo con sincerità, amore e fede, compiendo ogni azione in questo servizio d’amore, e il Signore dà a questi devoti una protezione diretta. Nella Bhagavad-gita Sri Krsna afferma: “Semplicemente sottomettiti a Me, e Io ti proteggerò dalle reazioni delle tue attività peccaminose.” Questo mondo materiale è stato creato in modo che, consapevolmente o inconsapevolmente, siamo costretti ad agire in modo colpevole, e se non dedichiamo la nostra vita a Visnu, dovremo soffrire tutte le reazioni dei nostri peccati. Chi, invece, si sottomette al Signore e dedica la sua vita al Suo servizio riceve la Sua protezione diretta, non deve più temere di soffrire a causa delle sue attività peccaminose, né prova il desiderio, consapevole o inconsapevole, di commettere azioni colpevoli.

gandharva ucuh
amsamsas te deva maricy-adaya ete
brahmendradya deva-gana rudra-purogah
krida-bhandam visvam idam yasya vibhuman
tasmai nityam natha namas te karavama

gandharvah: i Gandharva; ucuh: dissero; amsa-amsah: frammenti del Tuo corpo; te: Tuo; deva: caro Signore; marici-adayah: Marici e i grandi saggi; ete: questi; brahma-indra-adyah: con a capo Brahma e Indra; deva-ganah: gli esseri celesti; rudra-purogah: con a capo Siva; krida-bhandam: giocattolo; visvam: l’intera creazione; idam: questa; yasya: del quale; vibhuman: il Supremo, l’illimitato onnipotente; tasmai: a Lui; nityam: sempre; natha: o Signore; namah: rispettosi omaggi; te: a Te; karavama: offriamo.

I Gandharva dissero:
Caro Signore, tutti gli esseri celesti, perfino Siva, Brahma, Indra, Marici, e anche i grandi saggi, sono soltanto frammenti differenziati del Tuo corpo. Tu sei il Supremo, immenso e onnipotente; tutta la creazione non è che un giocattolo per Te. Noi accettiamo sempre Te come Dio, la Persona Suprema, e a Te offriamo i nostri rispettosi omaggi.

SPIEGAZIONE: Nella Brahma-samhita è detto che Krsna è Dio, la Persona Suprema. Possono esistere molti dèi, come Brahma, Siva, Indra e Candra, o anche come i governanti dei sistemi planetari inferiori, presidenti, ministri e re. Infatti, chiunque può pensare di essere Dio. Questa è la falsa e orgogliosa convinzione, propria della vita materiale. In realtà, Visnu è il Signore Supremo, ma esiste qualcun altro che è perfino superiore a Visnu, perché Visnu è un’emanazione plenaria di una parte di Krsna. Questo è indicato nel verso col termine amsamsah, che si riferisce al frammento di un frammento. Anche nel Caitanya-caritamrta possiamo trovare versi simili, che spiegano come i frammenti del Signore Supremo si espandano di nuovo in altri frammenti. Come descrive lo Srimad-Bhagavatam, esistono molte manifestazioni di Visnu e molte manifestazioni di esseri individuali; le prime sono dette svamsa, o manifestazioni parziali, e le seconde, gli esseri viventi, sono dette vibhinnamsa. Gli esseri celesti come Brahma e Indra sono stati innalzati a queste posizioni elevate grazie alle loro attività pie e alla loro austerità, ma in realtà, è Visnu, o Krsna, il maestro di tutti. Il Caitanya-caritamrta insegna, ekale isvara krsna, ara saba bhrtya; ciò significa che solo Krsna è il Signore Supremo, e tutti gli altri, compresi i Visnu-tattva, e a maggior ragione gli esseri viventi, sono Suoi servitori. Se Baladeva, che è l’emanazione immediata di Krsna, s’impegna nel servizio a Krsna, a maggior ragione dunque gli esseri comuni Lo devono servire. Ognuno, costituzionalmente, è stato creato per servire Krsna. I Gandharva riconoscono qui che sebbene gli esseri celesti possano presentarsi come il Supremo, in realtà non lo sono, perché la vera supremazia appartiene a Krsna. Krsnas tu bhagavan svayam è l’affermazione dello Srimad-Bhagavatam: “Krsna è l’unico Signore Supremo.” Per questa ragione, l’adorazione rivolta a Krsna comprende l’adorazione di tutti i frammenti, proprio come annaffiando la radice di un albero si annaffiano tutti i rami, i ramoscelli, le foglie e i fiori.
[continua nel prossimo numero]


I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Il Carro della Mente
Questo dialogo tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e Bhakti-svarupa Damodara Swami, allora studente universitario di nome Svarupa Damodara Dasa, si è svolto a Los Angeles nel gennaio del 1974.

Svarupa Damodara Dasa: Gli scienziati, i filosofi e gli psicologi di oggi affermano che l’unica autorità che accettano è la loro mente.
Srila Prabhupada: In sanscrito queste persone sono chiamate mano-dharmi – speculatori mentali.
SDD: Ma non dobbiamo sperimentare differenti prospettive mentali se vogliamo comprendere questo mondo?
Srila Prabhupada: In realtà, gli speculatori mentali sono stati condannati – mano-rathenasati dhavato bahih [Srimad-Bhagavatam 5.18.12] – perché si lasciano semplicemente portare via dal carro della mente. La mente è instabile, cambia continuamente. Sankalpa-vikalpa: il compito della mente è accettare qualcosa e poi rifiutarla. Tutti questi speculatori mentali fanno proprio così. Qualcuno propone qualche teoria e dopo qualche anno egli stesso o qualcun altro la confuterà. Pertanto con la speculazione mentale rimarrai sulla piattaforma materiale, dove tutto cambia. Non puoi trovare nessuna idea duratura.
SDD: Ma gli scienziati tengono molto alle loro ricerche. Sono convinti di aver fatto qualcosa di veramente buono per il mondo.
Srila Prabhupada: Essi pensano: “Questo non va bene; questo va bene.” Non sanno però che in questo mondo materiale dire: “Questo non va bene” e “Questo va bene” è solo speculazione mentale, è tutto un errore. Non sanno che in questo mondo materiale, “cattivo” e “buono” sono la stessa cosa – perché ambedue sono semplicemente materiali.
SDD: Come puoi dire che “cattivo” e “buono” sono la stessa cosa?
Srila Prabhupada: Per esempio, mentre camminiamo lungo questa strada qualche volta diciamo: “Questa strada va molto bene” e qualche altra volta: “Questa strada non va affatto bene”. La strada però è sempre la stessa. Allora come può essere che “vada bene” e “non vada bene” contemporaneamente? Questa è soltanto una speculazione. Oggi possiamo dire: “Questa strada è asciutta; è piena di polvere. Non va bene.” Domani possiamo dire: “Questa strada è asciutta; non è per niente fangosa. Va bene.” È una semplice speculazione mentale.
SDD: Mi resta ancora un po’ difficile capire quello che dici.
Srila Prabhupada: Ecco un altro esempio. In India gli abitanti dei villaggi fanno i loro bisogni all’aperto nei campi. Alla fine della giornata il sole ha seccato la parte esterna delle feci. Allora se qualche sciocco vede la parte secca degli escrementi può dire: “Oh, questa parte va molto bene.” Egli dimentica che, dopo tutto, si tratta di escrementi – allora qual è la differenza se sono secchi o morbidi? Allo stesso modo, gli scienziati stanno facendo grandi progressi, ma la morte è ancora lì. Allora dobbiamo chiedere: “Qual è la differenza se si fanno progressi o no? Colui che non ha fatto progressi nella scienza morirà, ma anche voi persone cosiddette avanzate dovrete morire. Allora qual è l’utilità?” Né gli scienziati né le persone comuni possono proteggersi dalla morte. Allora qual è il significato di “buono” – “Questo è buono”, “Questo è progresso” – o “Questo non è progresso”?
SDD: Ma io penso che la distinzione tra “bene” e “male” dipenda dalla coscienza dell’individuo.
Srila Prabhupada: Relatività – la legge della relatività: “Quello che è cibo per un uomo può essere veleno per un altro.” Allora come si può distinguere se questo è “cibo” o “veleno”? Una persona può dire: “No, questo è cibo!” Un’altra dirà: “È veleno!” Allora come riuscirai a distinguere? Vedi? Questo “buono” e questo “cattivo” sono semplici speculazioni mentali. Poiché siamo sulla piattaforma materiale, non c’è niente di buono. Tutto quello che gli scienziati e i filosofi possono fare è ingannare. Essi dicono: “Siamo facendo dei progressi.” In che modo state facendo dei progressi? Il problema della nascita e della morte è ancora lì – allora qual è il significato del vostro progresso?
SDD: Allora dobbiamo scendere dal carro della mente?
Srila Prabhupada: Sì. Se rimarrai sul carro della mente, qualsiasi cosa accetterai dovrai rinnegarla. E questo è proprio quello che stanno facendo. I cosiddetti scienziati e filosofi avanzano qualche teoria e poi, dopo poco tempo, la respingono. Pertanto se rimarrai sulla piattaforma mentale, continuerai in questo sistema di accettare e rifiutare. Non arriverai mai ad una conclusione duratura. Ci si deve elevare alla piattaforma spirituale. Questa è nityah sasvato ’ yam – eterna, duratura.
SDD: Dici che tutto in questo mondo è inutile?
Srila Prabhupada: Cerca di capire. Può avere un valore e un significato. Per esempio, puoi aggiungere migliaia di 0, uno dopo l’altro, ma il valore sarà ancora zero. Non diventerà mai 1. Se però prima dello 0 metti 1, si ha subito 10. Aggiungi un altro 0 e immediatamente avrai 100. Lo hai aumentato dieci volte. Ma ci deve essere questo 1 – questo è ekam brama, l’unico Spirito Supremo. Allora lo 0 vede aumentare il suo valore. Similmente, questo mondo materiale è zero. Negativo. Se però c’è la coscienza di Krsna, allora ha un valore.
SDD: Il carro della mente allora non ha alcun valore?
Srila Prabhupada: No. Non ha alcun valore.
SDD: Ma tutta la filosofia occidentale ...
Srila Prabhupada: Mano-rathenasati dhavato bahih: con la speculazione mentale rimarrai nella temporaneità. Asat significa “quello che non esiste”. Prendi qualsiasi cosa nel mondo materiale – tra qualche giorno non esisterà più. Tutti lo sanno. Si costruisce un grattacielo, ma tutti sanno che non esisterà per sempre; dopo un po’ di tempo crollerà. Tutti lo sanno. Non durerà. Perciò Prahlada Maharaja dice: maya-sukhaya bharam udvahato vimudhan: le persone compiono sforzi enormi, lavorando giorno e notte, per ottenere una felicità illusoria. Per qualcosa che sarà annullato. È cominciata come zero e finirà come zero. Nel periodo intermedio le persone si danno da fare. Vedete. Perciò sono vimudhan ­– sciocchi e mascalzoni.

LETTERA AI LETTORI
Hare Krsna! Da qualche anno la rivista "Ritorno a Krishna" viene spedita ai nostri lettori in cambio di una donazione e non vengono più inviati solleciti di pagamento. Si cerca il più possibile di non interrompere la spedizione della rivista anche per coloro che non hanno inviato una donazione.
Come avrete sicuramente notato è stato aumentato il numero delle pagine e la qualità della stampa. In questo mondo di violenza, terrorismo e guerre "Ritorno a Krishna" continua a rappresentare una luce nelle dense tenebre dell'era di Kali, era della discordia e dell'ipocrisia.
In ogni numero troverete un bollettino di conto corrente postale da utilizzare per inviare le vostre donazioni. Nel caso il bollettino non fosse presente Vi preghiamo di utilizzare un bollettino bianco indicando il numero di conto 42036004, intestato a: Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna’, strada Bonazza 11,
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
L'importo della donazione, ovviamente, è libero e dipende dalle possibilità economiche di ognuno e dalla sua generosità.
Vi preghiamo di sostenerci generosamente nel nostro sforzo di continuare a pubblicare il messaggio di Krsna come insegnato da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Attualmente stiamo spedendo circa milleseicento copie della rivista ogni bimestre, e se a causa di nuove richieste dovessimo sospendere la spedizione per qualche lettore, lo faremo per quelle persone che non hanno inviato donazioni negli ultimi due anni. La mancanza di donazioni per un lungo periodo potrà da noi essere considerata una mancanza di interesse per la lettura di "Ritorno a Krishna". Grazie in anticipo. Hare Krsna!



FINESTRE SUL MONDO SPIRITUALE
Sri Radha ‘La ladra di fiori’
Dipinto di Sac-cid-ananda Dasa

Nella Venu-gita, Sua Santità Sivarama Swami, estraendolo da libri degli acarya nella linea del Signore Caitanya, ci racconta un sogno fatto da Krsna in cui Egli discute animatamente con Srimati Radharani per la proprietà di Vrndavana.
Nel sogno, Sri Radha e le Sue amiche gopi (pastorelle) si trovano in un luogo chiamato Kusuma Sarovara per raccogliere dei fiori per l’adorazione che ogni
giorno Radha rivolge al sole. Krsna arriva con i Suoi amici gopa (pastorelli) e accusa le ragazze di rubare i fiori che sono di Sua proprietà. Krsna afferra addirittura
il polso di Radha per impedirLe di cogliere i fiori.
Radha protesta dicendo che è Lei la vera proprietaria di Vrndavana e infatti è conosciuta come Vrndavanesvari, “colei che controlla Vrndavana”. Con l’aiuto della gopi Lalita, Radha porta molte argomentazioni a sostegno della Sua affermazione. Krsna non riesce a sconfiggerLa e si sveglia dal Suo sogno.

Una Corda Speciale

Un dettaglio significativo del disegno di Sac-cid-ananda Dasa che illustra questo passatempo è la corda sulla spalla di Sri Krsna, conosciuta col nome di niryoga-pasa. Questa corda viene usata per legare le zampe posteriori di una mucca durante la mungitura. Sivarama Swami scrive: “La niryoga-pasa è il simbolo di quello che Krsna si propone per tutti gli esseri viventi, mobili o immobili, condizionati o liberati. Come Egli lega le mucche per mungerle, così Sri Krsna desidera legare i Suoi devoti con il Suo amore; come Egli munge il latte delle mucche, così Sri Krsna desidera estrarre l’amore devozionale dei Suoi bhakta e come il latte è il prodotto principale della comunità di pastori, la prema-bhakti è l’unico mezzo di sostentamento per Rasika-sekhara, l’insaziabile conoscitore degli scambi d’amore.
“La parola niryoga significa ‘legare strettamente’. Quando le gopi e le creature di Vraja vedono questa corda, capiscono che il desiderio di Krsna è di essere sempre impegnato in intensi passatempi d’amore. Quando questa è strettamente avvolta intorno al Suo turbante, ciò indica che Egli ha avuto successo nel legare fermamente un devoto al Suo cuore. Quando la corda è nella Sua mano o pende libera dalla Sua spalla, si capisce che Egli è alla ricerca di qualche anima fortunata su cui gettare il Suo cappio d’amore per adescarla nella Sua meravigliosa rete.” (Venu-gita pp.495-496)

UMILTÀ & DESIDERIO DI SUCCESSO
Perdersi nelle ambizioni materiali è facile, ma l’associazione con i devoti di Krsna può aiutarci a pensare in modo giusto.
di Rashi Singh
L’altro giorno m’imbattei per caso in un’offerta di lavoro di una società che cercava un nuovo manager per dirigere il suo dipartimento internazionale di marketing. Si tratta di una società relativamente giovane senza alcuna promozione pubblicitaria – un sogno per chi fa marketing. Ero eccitato all’idea di ottenere il posto, di lavorare per una società rispettabile, con l’opportunità di viaggiare, provare a riprendere a lavorare, superare le aspettative della compagnia… Se non avessi smesso, sono sicuro che alla fine dei miei pensieri avrei vinto alcuni ambiti premi internazionali e sarei apparso sulle più note riviste mondiali di affari commerciali.
Constatando l’assurdità dei miei pensieri scoppiai a ridere. Era però un riso nervoso. “Krsna,” pensai “come ho potuto perdermi completamente in pensieri di fama e prestigio personali?”
Mi sedetti di fronte alle mie divinità di Krsna-Balarama e pregai per ottenere visione e forza spirituali. Pregai per ottenere il desiderio di servire il Signore e i Suoi devoti rendendomi conto della profonda contaminazione di quella parte del mio cuore che desidera ancora ardentemente il successo materiale.
Mi ricordai di una lezione data da Sua Santità Radhanatha Swami che avevo letto recentemente. Egli parlava di un grande devoto di Sri Caitanya Mahaprabhu di nome Vasudeva, un mite ed umile devoto di Krsna che soffriva per una grave forma di lebbra. Pus e sangue uscivano da tutto il suo corpo che emanava un odore così disgustoso che nessuno poteva sopportare di stargli vicino. Tutti i suoi amici e i suoi parenti lo avevano abbandonato. Su tutto il suo corpo vi erano dei vermi, ma egli era un devoto così eccezionale che quando un verme cadeva gentilmente lo raccoglieva e lo rimetteva sul suo corpo pensando che Krsna gli aveva dato il suo corpo per cibarsi. Non era mai infastidito; rimaneva calmo e tranquillo in ogni occasione, meditando sempre sul Signore.
Radhanatha Swami continuò nella descrizione: un giorno Vasudeva seppe che Sri Caitanya Mahaprabhu era a casa di un brahmana a Kurma Kshetra.
Vasudeva ne rimase così estasiato e determinato di vedere il Suo Signore che con grande difficoltà affrontò un lungo viaggio per incontrarLo. Quando arrivò però venne a sapere che Sri Caitanya Mahaprabhu era già partito.
Vasudeva ne fu sconvolto e ritenendosi del tutto indegno cadde a terra, privo di sensi.
Il Signore, che conosce tutto, tornò dal Suo devoto e subito lo abbracciò. Egli era esultante di essere insieme al Suo devoto e non fece caso al fatto che il corpo di Vasudeva fosse ricoperto da tante impurità. Dopo aver ricevuto l’abbraccio del Signore, il corpo di Vasudeva divenne effulgente e tutte le tracce della lebbra sparirono. Ottenne uno splendido corpo, forte e pieno di salute. Accortosi di questo, Vasudeva ne fu completamente sconvolto.
“Prima per me era molto naturale essere umile e ricordarTi sempre,” disse Vasudeva piangendo. “Ora diventerò orgoglioso perché ho un corpo giovane e perché Tu hai compiuto su di me questo miracolo. Nessun tipo di servizio misto all’orgoglio può farTi piacere. Cosa farò ora?”
Sri Caitanya Mahaprabhu sorridendo gli rispose: “Canta sempre i santi nomi Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Cerca sempre rifugio nell’associazione dei devoti ed illumina chiunque tu incontri con le parole di Krsna. In questo modo non cadrai mai vittima di maya.”
Alla fine della lezione, Radhanatha Swami chiese: “Quanto è grande il nostro desiderio di servire di più?”

Desiderare di Essere il Servitore del Servitore del Signore

Questa lezione ebbe un profondo effetto su di me. Ecco com’ero, impegnato a meditare sul mio prestigio e la mia fortuna invece di realizzare la mia vera posizione: essere servitore del servitore del servitore del Signore. Vasudeva soffriva molto, per un grande dolore fisico e tuttavia rimaneva sempre sereno. In effetti era felice di essere il servitore del Signore. Dopo aver ricevuto in premio uno splendido corpo, però, divenne infelice. Era molto angosciato al pensiero di diventare orgoglioso e di essere incapace di compiacere Sri Krsna.
Mi resi subito conto di quanto fossi insignificante e di quanto il mio desiderio di successo fosse semplicemente diretto in modo sbagliato. Vasudeva desiderava servire e non aveva alcuna propensione verso i vantaggi materiali. Ovviamente non posso imitare un devoto così elevato, ma certamente posso imparare dal suo esempio. A volte, conciliare i miei impegni materiali con il mio servizio per il tempio diventava un difficile atto di equilibrio. In queste occasioni, il pensiero di avere più servizio mi deprimeva anziché esaltarmi. Questa era la mia sfortuna e la mia contaminazione; avrei dovuto avere il desiderio di servire di più e di associarmi di più con i devoti. È per la misericordia di Krsna che riusciamo ad impegnarci nel Suo servizio. Negare la Sua misericordia è da sciocchi. Negare la Sua misericordia è non dare importanza alla casa che Srila Prabhupada ha costruito per noi dopo aver sofferto tante difficoltà per presentarci la Verità Assoluta. Come posso osare di prendere lui e il suo movimento per scontato? Che cosa faccio per aiutare a servire la sua missione? Come posso restare determinato?

ISPIRATO DA SRILA PRABHUPADA

Tutto quello che dobbiamo fare è pensare a Prabhupada e in questo modo saremo sufficientemente motivati per migliaia di vite. Mentre dovremmo ricordare sempre Srila Prabhupada per la sua grandezza e le sue grandiose realizzazioni, c’è anche moltissimo nettare e piacere trascendentale che può essere tratto dalla lettura e dalla discussione dei suoi primi divertimenti, sia di quando era un ragazzo e sia dei primi giorni dell’ISKCON. Srila Prabhupada partì su una nave per l’America senza che ci fosse nessuno a salutarlo. Era solito cucinare per sé e per i primi devoti nord-americani e dopo riordinava tutto quanto. Usava passeggiare per le fredde strade di Manhattan vestito col dhoti e prendere l’autobus e la metropolitana per spostarsi. Aveva lasciato il conforto di tutto ciò che è familiare, solo per cercare di salvare il mondo dalla presa di maya. Era completamente solo e viveva a fianco degli ubriachi della Bowery tanto che una volta fu perfino cacciato dal suo appartamento da un compagno di stanza in preda agli effetti della droga. Era però sempre umile, indulgente, tollerante e meravigliosamente gentile e misericordioso. Con cura e metodo nutriva i semi che aveva posto nei cuori dei nuovi devoti Hare Krsna e in soli dodici anni il suo movimento ebbe una crescita esponenziale, ma nonostante tutto questo egli rimase lo stesso – completamente fisso nella sua determinazione di servire il suo maestro spirituale e Krsna, non desiderando mai niente per se stesso.
Ecco finalmente un barlume di visione. Se non altro per pura gratitudine a Srila Prabhupada dovrei dedicare la mia vita a servire la sua missione anche se ho obblighi e aspirazioni materiali. Né Vasudeva, né Prabhupada cercavano riconoscimenti o fama personali nonostante che entrambi le meritassero. Anziché essere ansioso sulla dualità di questo mondo materiale, devo imparare a diventare ansioso di servire di più. La cosa più bella è che il desiderio di servire di più in qualche modo è sempre fonte di piacere e mai di fatica.


L’IMPORTANZA DEL CANTO E DELLA BUONA ASSOCIAZIONE
Torno a meditare sulle parole di Mahaprabhu che Radhanatha Swami ha citato nella sua lezione: “Canta il maha-mantra e associati con i devoti di Krsna.” L’associazione con i devoti è meravigliosamente potente. Essere alla loro presenza è sufficiente per sentirsi motivati a servire e gradualmente ci si ispira l’un l’altro. Parlare di Krsna diventa automatico e lo fai con chiunque tu incontri. L’associazione con i non devoti è un elemento altrettanto necessario nella nostra vita, ma gli scambi d’amore più profondi si svolgono tra i devoti di Sri Krsna. È facile sviluppare un borioso falso ego associandosi con i non devoti, perché in mezzo a loro il devoto è colui che è “religioso”, colui che è “spirituale”. Se ci associamo con i devoti, il falso ego si frantuma subito in piccoli pezzi – si prende coscienza di quanto siamo insignificanti e questa realizzazione è veramente molto gioiosa. Associarsi con i non devoti è molto pericoloso perché determina nei modi più sottili il nostro comportamento e il nostro modo di pensare.
Realizzare l’equilibrio tra i miei obblighi materiali e il servizio al tempio è tuttavia ancora un’opera da completare. Grazie però all’esempio di Vasudeva e agli insegnamenti di Srila Prabhupada so che devo cantare il maha-mantra Hare Krsna e associarmi con i devoti quanto più possibile. Questo garantirà che il mio desiderio di successo è stato ben diretto verso un maggiore servizio, anziché verso il prestigio personale.
La coscienza di Krsna non significa concentrarsi sulle affermazioni negative: “Non t’impegnare così duramente nel tuo lavoro materiale, non fare questo, non fare quello…” Essa è invece un metodo che mette in risalto prima di tutto gli aspetti positivi. Se al momento ho delle incertezze su come gestire i miei obblighi materiali o su quanto debba o non debba associarmi con i miei amici non devoti, so però che posso concentrarmi su quello che dovrei fare: cantare i miei giri, leggere i libri di Srila Prabhupada, associarmi il più possibile con i devoti, servire i devoti e l’ISKCON e offrire agli altri la mia coscienza di Krsna per quanto piccola essa sia. Così tutto andrà al suo posto. Allora posso essere certo che sia che ottenga o no quel lavoro perfetto o quella ideale posizione bancaria, sarò però cosciente di essere semplicemente una marionetta nel piano di Krsna e che Srila Prabhupada può usarmi come strumento per la sua missione. Servirò con le mie capacità per quanto modeste esse siano. Comunque, sono consapevole che pulire il pavimento in uno dei templi di Srila Prabhupada mi darà più soddisfazione di qualsiasi riconoscimento nel mondo degli affari.
Rashi Singh vive e lavora a Toronto in Canada.


L’UVA ACERBA E LA VITE DELLA CONOSCENZA VEDICA
La coscienza di Krsna favorisce una visione pessimistica del mondo?
di Satyaraja Dasa

Ahiii!”
Il mio dentista probabilmente si aspettava uno scambio più significativo, forse semplici battute di spirito o una conversazione amichevole. Dopo tutto non mi vedeva da un bel po’ di tempo, ma io ero lì per motivi seri e lui lo stesso. Non c’era tempo per chiacchiere. “Vediamo,” disse guardandomi in bocca come se cercasse l’oro. “C’è bisogno di qualche otturazione. Hmm. Di terapia canalare certamente e senza dubbio di un ponte, proprio qui dietro.” Fu proprio in quel momento che dalla mia bocca sfuggì quel ahiii. Mi aveva stuzzicato una volta di troppo.
“Via,” cominciai “l’idea di tutti questi lavori ai miei denti è deprimente – costerà certamente troppo e probabilmente dovrò soffrire.”
“ Non lo dico per deprimerti,” disse, scuotendo la testa. “Non è una mia idea. Sono fatti. I tuoi denti hanno bisogno di cure e ne hanno bisogno ora.” Questo riportò la mia mente ad una conversazione che avevo avuto il giorno prima, alla festa della domenica nel tempio Hare Krsna di Brooklyn. Stavo spiegando alcuni punti fondamentali della coscienza di Krsna ad una nuova arrivata, dicendole che il mondo è un posto di sofferenza, dove hanno luogo ripetute nascite e morti. Tutti noi dobbiamo nascere, morire, invecchiare ed ammalarci, le ricordai, e tutti noi soffriamo per questi tre tipi di sofferenza: quelle dovute al nostro corpo e alla nostra mente, quelle causate dai corpi e dalle menti degli altri e quelle dovute alle calamità naturali.
“Perché sei così pessimista?” mi chiese.
Un po’ sorpreso dalla sua reazione, le spiegai che la filosofia pessimista che è alla base della coscienza di Krsna è solo un punto di partenza. Prendendo questo come base – che il mondo materiale può essere un posto pericoloso – la coscienza di Krsna va oltre spiegando come la vita possa essere veramente felice, non solo in qualche promettente vita futura ma anche in questa nostra vita, qui e ora.
Ora però, seduto nella poltrona del mio dentista mi sentivo molto simile a quella giovane donna. Il mio dentista mi stava solo esponendo dei fatti, spiegandomi le pessime condizioni della mia bocca. Tuttavia avevo sentito la necessità di ribellarmi sostenendo che stava diventando troppo negativo. Nello stesso modo quando io avevo citato l’ovvia realtà della vita in un mondo materiale che va sempre peggio, la mia nuova amica del tempio aveva sentito il bisogno di rispondermi nello stesso modo, come se io stessi distorcendo i fatti solo per deprimerla.

Ottimisti, Pessimisti e Realisti
Le persone in genere appartengono ad una di queste due categorie: ottimisti e pessimisti. Essi fondamentalmente vedono la vita come un’esperienza felice oppure come una triste vicenda. Gli ottimisti vedono il bicchiere mezzo pieno, mentre i pessimisti lo vedono mezzo vuoto. Questi due tipi di persone vedono lo stesso fenomeno in modo differente. Dove si devono collocare i devoti di Krsna? Sono dei pessimisti?
No, non lo sono. In verità, essi sono consapevoli delle sofferenze dell’esistenza materiale, ma questa conoscenza è sotto l’influenza della virtù. Al contrario, la conoscenza sotto l’influenza dell’ignoranza è contraddistinta dalla mancanza di consapevolezza – non vedere il dolore e la sofferenza che sono reali componenti del mondo materiale. In altre parole, la coscienza di Krsna ha molto da dire sull’aspetto più scuro dell’esistenza, sul pericolo d’essere catturati in un corpo materiale temporaneo. A prima vista, perciò, la coscienza di Krsna può apparire pessimistica. Un’analisi più profonda rivela però che essa trascende l’usuale dualità di ottimismo e pessimismo contemporaneamente. Si tratta piuttosto di quello che io chiamerei “realismo” o ancora meglio “realismo spirituale”. Questo significa che c’è un equilibrio. Questo accade perché la coscienza di Krsna non è un prodotto delle normali risposte condizionate, positive o negative, ma è invece la coscienza spirituale tramandataci dai santi e dai saggi del passato. In verità, la coscienza di Krsna è come una gemma preziosa rivelata in origine da Dio stesso e poi trasmessa da anime realizzate della successione disciplina in una discendenza esoterica creata da Dio per aiutare tutte le anime condizionate ad ottenere la definitiva verità spirituale.

Il Pessimismo e la Tradizione Filosofica Occidentale
Nel linguaggio popolare il termine pessimista è riferito a persone che vedono abitualmente la vita sotto un aspetto fortemente malinconico, che considerano le esperienze dolorose quasi desiderabili – per lo meno nel senso che non saprebbero come vivere diversamente. Per loro il dolore è familiare. Inoltre questo tipo di persone, in genere, apprezza poco gli aspetti piacevoli o positivi della vita. In alternativa, i pessimisti a volte desiderano davvero la felicità nel normale significato positivo della parola, ma sono molto dubbiosi sulla possibilità d’ottenerla. Questi sono due classici tipi di pessimismo.
Come sistema filosofico, il pessimismo fa riferimento alla presenza del male nel mondo, alla sofferenza interiore che deriva dai limiti materiali. Le persone amate se ne vanno o muoiono, le situazioni a cui ci attacchiamo cambiano improvvisamente, ansietà di fondo si fanno strada nella nostra vita, specialmente il buco nero del fatto di essere mortali – tutto questo provoca sofferenza sia a livello grossolano che sottile. In occidente il filosofo Leibniz ha insegnato che il dolore è parte integrante di un’esistenza limitata e temporanea. Per esempio, egli diceva, non vogliamo vedere la fine del piacere, dell’amore e della vita e tuttavia esse devono finire. Il principio da cui nascono dolore e male – la temporaneità di tutte le cose materiali – è così visto come una parte essenziale della natura. Questa idea è chiara anche nel pensiero buddista, dove le Quattro Nobili Verità classificano le sofferenze in molti modi insieme ad un coerente sistema per la loro cessazione. Questo è insegnato anche nella Bhagavad-gita, su cui si basa la coscienza di Krsna.
Arthur Schopenhauer è considerato uno dei padri del pessimismo, come scuola di pensiero filosofico. Le sue parole, per lo meno per quanto concerne la sofferenza, echeggiano le verità che si trovano nella letteratura vedica. In definitiva, Schopenhauer ci dice: “Tutta la vita è sofferenza.” Egli spiega questo facendo notare che tutti gli esseri viventi hanno desideri, volontà e necessità. “La vita è desiderio,” afferma, “e poiché questi desideri sono per la maggior parte insoddisfatti, la vita si svolge prevalentemente in uno stato di sforzo insoddisfatto e di privazione.” La sua analisi mi ricorda qualcosa che ho detto al mio dentista: tutti gli sforzi per la felicità materiale ricadono in tre grandi categorie e il risultato di tutti questi è la sofferenza: (1) Cercare la felicità e non ottenerla. Si soffre per ovvie ragioni. (2) Cercare la felicità ed ottenerla, ma essa non è all’altezza delle nostre aspettative. Ecco di nuovo la sofferenza. (3) Cercare la felicità ed ottenerla ed essa è davvero all’altezza delle nostre aspettative, ma dopo un po’ di tempo la perdiamo. Esiste qualche forma di felicità materiale che non rientri in una di queste tre categorie? “E perfino quella che noi chiamiamo felicità,” afferma Schopenhauer, “in verità è solo una temporanea cessazione di qualche particolare sofferenza.”
Tutto ciò che dà piacere ovverosia quello che comunemente viene chiamata felicità, è in realtà essenzialmente sempre e soltanto negativo e mai positivo. Non è un piacere che ci perviene originariamente e spontaneamente, ma deve essere sempre la soddisfazione di un desiderio. Infatti il desiderio o come si dice il senso di mancanza è la condizione che precede ogni piacere; ma con la soddisfazione, il desiderio e quindi il piacere cessano; e perciò la soddisfazione o la gratificazione non può mai essere niente di più che una liberazione da una sofferenza, da un desiderio.

La tradizione vedica sviluppa questa stessa idea. Srila Prabhupada si riferisce spesso alla felicità del mondo materiale come semplice “cessazione della sofferenza”. Egli usava l’analogia dello sgabello che veniva immerso nell’acqua. Per punire i malfattori, i carcerieri usavano legare i criminali ad un tipo di sgabello che veniva immerso su e giù nell’acqua, facendoli andare sott’acqua e poi ogni tanto sollevandoli. Boccheggiando per la mancanza d’aria, il criminale carcerato godeva del semplice atto di respirare come del più grande dei piaceri. Similmente Prabhupada ha insegnato che poiché il mondo materiale è così privo di ogni vero piacere – di ogni piacere sostanziale – , le stimolanti sensazioni del corpo e della mente sembrano molto attraenti, come pochi preziosi respiri ad una persona che affoga.

Allora i Devoti Sono Pessimisti?
Dai libri di Prabhupada risulta chiaro che la sofferenza è parte integrante dell’esistenza materiale: “Tutti gli esseri umani soffrono, ma ben pochi indagano sulla loro vera natura o sulla ragione della sofferenza. Nessuno sarà veramente perfetto se non si chiede il perché della sofferenza, se non la rifiuta e sceglie di porvi rimedio. Possiamo considerarci uomini solo quando questa domanda si affaccia alla nostra mente.” (Bhagavad-gita Così Com’è, Introduzione)
L’ultima frase della citazione sopra riportata rivela qualcosa sulla ragione della sofferenza nel mondo materiale. Essa ha lo scopo di agire come impulso affinché l’essere umano si ponga domande sulla coscienza di Dio. Dopo vite caratterizzate da molti tipi di sofferenza, il saggio comincia a chiedersi: “A che serve la vita? Perché sono qui? Perché devo continuare a soffrire?” Queste domande sono l’elemento di separazione tra esseri umani e animali. Nei suoi libri Srila Prabhupada parla spesso di una gerarchia dei livelli di coscienza. Al livello più basso, dice, le persone credono che il mondo sia sicuro, che qui esista un piacere durevole e che si possa vivere felici per sempre. Egli però aggiunge subito che una vita basata su questo modo di pensare è una vita da animali, in cui i mangiare, il dormire, fare sesso e difendersi sono le attività principali e c’è poco tempo per sviluppare la coscienza di Dio. Gli esseri umani, egli ci dice, devono superare questa mentalità elementare tipica degli animali. Ma basta che facciano anche un piccolo progresso, egli afferma, per cominciare a sviluppare una visione pessimistica della vita, rendendosi conto dei limiti della felicità materiale, della sua futilità e temporaneità.
In modo significativo, però, – e questo è il punto principale – Prabhupada parla anche di un più alto livello di esistenza, in cui dice addio al pessimismo collocandosi nella coscienza di Krsna. Da questo punto di vista, la vita è piena di significato, piena di motivazioni, piena di felicità. Questo processo comincia servendo Krsna nel mondo materiale e continua quando raggiungiamo il Suo regno supremo.

Non Ingenui Ottimisti
Dopo tutto i devoti credono più nella speranza che nella disperazione, più nella tolleranza che nella paura, essi credono nell’amore e non nell’odio, nella misericordia e non nell’egoismo, nel bello e non nel brutto, in una conoscenza realizzata e non in una fede cieca o nell’irrazionalità. Essi s’impegnano in un duro lavoro per migliorare veramente l’umanità e offrono il loro tempo e la loro vita per aiutare le altre persone. Queste virtù non sono quelle di un pessimista.
I devoti però non sono neanche ingenui ottimisti. Non credono che tutti gli esseri umani necessariamente perseguano gli scopi più elevati. La coscienza di Krsna è una filosofia pragmatica – gli esseri umani non sono necessariamente buoni o cattivi, ma hanno in realtà la possibilità di essere entrambe queste cose. Per questa ragione Srila Prabhupada ha fondato questa istituzione (l’ISKCON) per stimolare il bene definitivo e scoraggiare non solo l’aperta malvagità, ma anche la virtù attenuata dal materialismo.
Da questo punto di vista molti possono guardare i devoti un po’ di traverso, chiedendo perché essi non s’impegnino di più in attività sociali o in sforzi altruistici. La verità è che i devoti sono favorevoli a queste cose, ma preferiscono spiritualizzarle e portarle al livello successivo usandole nel servizio a Krsna. Per esempio, i devoti credono nel nutrire le persone, ma essi insistono a nutrirle con il Krsna prasadam, suntuose preparazioni vegetariane offerte a Krsna con amore. La distribuzione del prasadam è il compendio della distribuzione del cibo perché nutre le persone sia a livello spirituale che materiale. I devoti sono favorevoli a questo tipo di sforzo olistico, l’unico che essi credono possa aiutare le persone a superare il male e il dolore.
E questa è la domanda: come pensiamo di superare il male e la sofferenza umana? Molte religioni tradizionali insegnano che le possiamo superare soltanto nell’aldilà dove un benevolo Dio governa il suo regno paradisiaco. La coscienza di Krsna però respinge l’idea di aspettare qualche dolce futura ricompensa in cielo. Sì, coloro che sono coscienti di Krsna hanno un posto assicurato dopo questa vita con Krsna nel mondo spirituale, ma questo non è il loro pensiero principale. Prabhupada invece ha insegnato ai devoti che in questa vita si deve sempre lottare contro la sofferenza umana e il male. Poiché ciascuno di noi è responsabile degli errori fatti durante la nostra vita, siamo anche responsabili del bene che facciamo. La coscienza di Krsna insegna che noi possiamo agire bene davvero, ma solo se siamo arresi a Dio con il cuore pieno d’amore e devozione. I devoti cercano di far questo nella loro vita ed insegnano agli altri lo stesso principio.
Prabhupada conclude:
Conoscenza significa comprendere come il supremo controllore controlla. Le persone che sfidano la religione e negano l’esistenza di un controllore supremo sono come lo sciacallo che continua a saltare e saltare, cercando di raggiungere l’uva di una vigna alta. Dopo aver visto che non può raggiungere l’uva dice a se stesso: “Oh, non c’è bisogno di prenderla, è certamente acerba.” Le persone che dicono che non c’è bisogno di comprendere Dio stanno indulgendo in questa filosofia dell’uva acerba.

Qui Prabhupada capovolge l’idea del “devoto pessimista”. Egli vede il materialista come un pessimista – come colui che rifiuta Dio a causa di un tipo di filosofia dell’“uva acerba”. In realtà, secondo la prospettiva dei Veda i devoti nutrono la più grande speranza per l’umanità – impegnarla nel servizio a Krsna – mentre i materialisti non hanno speranza, avendo rinunciato a cercare di comprendere Dio. E in questa disperazione talora considerano pessimisti i devoti.
I devoti invece apprezzano questo mondo più di chiunque altro, perché lo vedono in relazione a Dio. Alcuni rimarranno soddisfatti da questa visione: “Bene. È importante vedere Dio nella Sua creazione, ma perché allora voi devoti tendete invece a porre l’accento sul Creatore?” La ragione è molto semplice, i devoti sanno che concentrarsi sulla creazione può distrarre una persona dal Creatore. Perciò i devoti pongono l’accento sul Creatore per aiutare le persone ad evitare la trappola di essere deviati. Finché non s’impara a concentrarsi su Dio, il rapporto tra Lui e la Sua creazione rimane un’astrazione. Questa non è “uva acerba”; è una realtà della vita.
Satyaraja Dasa è un discepolo di Srila Prabhupada che contribuisce con regolarità a BTG. Ha scritto più venti libri. Vive con sua moglie e la figlia vicino a New York City.

Calendario
Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area, collegatevi al sito: www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea disciplica di Sri Caitanya
Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite agli associati del Signore e a preminenti maestri spirituali della Sua successione.
Mese di Vhmana
(1-30 Luglio)
1 Luglio — Anniversario della scomparsa di Syamananda Pandita, uno dei principali seguaci dei sei Gosvami di Vrndavana.
9 Luglio — Anniversario della scomparsa di Sri Srivasa Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.
10 Luglio —Yogini Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5,43 – 10,48)
14 Luglio — Anniversario della scomparsa di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya. Anche, Anniversario della scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura. Digiuno fino a mezzogiorno, quindi festa di prasada.
15 Luglio — Gundica-marjana. Festival della pulizia del tempio di Gundicha a Jagannatha Puri, India.
16 Luglio — Ratha-yatra del Signore Jagannatha a Jagannath Puri. Anniversario della scomparsa di Srila Svarupa Damodara e di Srila Sivananda Sena, intimi compagni di Sri Caitanya.
26 Luglio — Sayana Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 8,31 – 9,53)
29 Luglio — Anniversario della scomparsa di Sanatana Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Inizia il primo mese di Caturmasya (digiuno di verdure con foglie verdi).
Mese di Urrdhara
(31 Luglio – 28 Agosto)
3 Agosto — Anniversario della scomparsa di Srila Gopala Bhatta Gosvami, uno dei sei Gosvami
di Vrndavana.
6 Agosto — Anniversario della scomparsa di Srila Lokanatha Gosvami, un grande devoto di Sri Caitanya.
7 Agosto —Anniversario della registrazione dell’ISKCON, a New York, nel 1966.
9 Agosto — Kamika Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
24 Agosto — Pavitropana Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi. Inizia il Jhulana Yatra (festival dell’altalena) di Sri Sri Radha-Govinda.
(Rompere il digiuno 5,30 – 10,01)
25 Agosto —Anniversario della scomparsa di Srila Rupa Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Anniversario della scomparsa di Srila Gauridasa Pandita, un compagno di Sri Caitanya.
28 Agosto — Termina il Jhulana Yatra. Anniversario dell’apparizione di Sri Balarama. Digiuno fino a mezzogiorno, seguito da una festa di prasada. Inizia il secondo mese di Caturmasya (digiuno di yogurt).
Mese di Hrsikesa
(29 Agosto – 26 Settembre)
29 Agosto — Anniversario della
partenza di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada per gli Stati Uniti nel 1965.
4 Settembre — Sri Krsna Janmastami, Anniversario dell’apparizione di Sri Krsna. Digiuno fino a mezzanotte, seguito da una festa di prasada di Ekadasi (senza cereali e legumi). Festa di prasada domani. Chiamate il vostro centro Hare Krsna locale per il programma della giornata.
5 Settembre — Anniversario dell’apparizione di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, Acarya-fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Digiuno fino a mezzogiorno, seguito da una festa di prasada.
7 Settembre —Annada Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5,46 – 10,04)
16 Settembre — Anniversario dell’apparizione di Srimati Sita Devi, la consorte di Srila Advaita Acarya.
19 Settembre — Sri Radhastami, Anniversario dell’apparizione di Srimati Radharani, l’eterna consorte di Sri Krsna. Digiuno fino a mezzogiorno, seguito da una festa di prasada.
23 Settembre — Parsva Ekadasi. Digiuno di cereali e legumi. (Digiuno fino a mezzogiorno oggi per l’apparizione di Sri Vamana)
Anniversario dell’apparizione di Sri Vamana, l’incarnazione come brahmana nano di Sri Krsna. Anniversario dell’apparizione di Jiva Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana.
Anniversario dell’apparizione di Bhaktivinoda Thakura, padre di Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura (maestro spirituale di Prabhupada), e pioniere della diffusione della coscienza di Krsna in Inglese. Digiuno fino a mezzogiorno, quindi festa di prasada.
(Rompere il digiuno 6,04 – 10,06)


LUGHI SPIRITUALI ISKCON TIRUPATI
Portare Goloka a Vaikuntha
In uno dei più famosi luoghi di pellegrinaggio dell’India, un nuovo tempio Hare Krsna fa risaltare la speciale devozione della successione disciplica che discende dal Signore Caitanya.
di Murari Gupta Dasa

PIÙ DI TRENT’ANNI fa Srila Prabhupada espresse il desiderio di istituire l’adorazione di Radha-Krsna a Tirupati, nel sud dell’India. Ora Revati Ramana Dasa, presidente del tempio ISKCON di Tirupati, insieme agli altri sinceri devoti che vi risiedono, ha soddisfatto questo desiderio nel modo più meraviglioso.
Tirupati, nell’Andhra Pradesh, è la sede del più ricco tempio del mondo, dove migliaia di persone si recano ogni giorno per prendere il darsana della divinità di Krsna conosciuta come Sri Vyenkatesvara o più semplicemente Balaji. Nel 1974 il governo dell’Andhra Pradesh invitò Srila Prabhupada a visitare Tirupati. Egli rimase per due giorni sulle colline di Tirumala, dove è ubicato il famoso tempio, recandosi ogni giorno a vedere per tre o quattro volte la divinità di Balaji. Ogni volta che vi si recava i sacerdoti lasciavano che Prabhupada avesse un darsana privato senza limite di tempo. Prabhupada rimase impressionato dall’efficiente direzione del tempio, ma nel suo cuore contemplava un progetto molto più grande per compiacere il Signore – diffondere il Suo messaggio. In una discussione con il ministro alle finanze dello Stato, Srila Prabhupada disse che non appena il T.T.D., il comitato direttivo del tempio di Balaji, avesse avuto un’infrastruttura di base avrebbe potuto ricevere l’aiuto dei devoti ISKCON nello svolgimento di una forte predica a beneficio di tutti.
Ai suoi seguaci Srila Prabhupada aveva dato un altro messaggio: costruire templi attraenti come quello di Balaji con ottime attrezzature per ospitare i pellegrini.

L’inizio
Nel 1982 il T.T.D. mise a disposizione dell’ISKCON un grande splendido appezzamento di terreno ai piedi delle colline Tirumala, che sono l’incarnazione di Ananta Sesa. Nel 1984 i devoti, ispirati da Sua Santità Bhakti-svarupa Damodara Swami, discepolo di Srila Prabhupada, installarono le divinità di Sri Sri Radha Govinda inaugurando un piccolo tempio.
Non ci furono ulteriori sviluppi fino al 1996 quando Sua Santità Jayapathaka Swami, commissario GBC dell’ISKCON per Tirupati, ridette vita al progetto. Egli nominò Revati Ramana Dasa presidente del tempio e gli chiese di dedicarsi con tutto il cuore allo sviluppo del progetto. Revati Ramana era animato da buona volontà, ma i progressi non furono facili.
“Cominciammo con un piccolo gruppo di devoti e poche disponibilità finanziarie,” disse Revati Ramana, “ma, per la misericordia del Signore, andammo avanti e nel 1999 si svolse la cerimonia della benedizione del terreno destinato ad un magnifico nuovo tempio. Gradualmente arrivarono più devoti. Con l’aiuto di un gruppo di sinceri brahmacari e le benedizioni dei Vaisnava le cose cominciarono a muoversi realmente.”

Costruire con i Proventi dei Libri
Per raccogliere denaro per il tempio, Revati Ramana usò una strategia che in India non era ancora stata sperimentata: la vendita dei libri sulla coscienza di Krsna. Tirupati è essenzialmente un luogo di pellegrinaggio, dove non ci sono attività commerciali o industriali; la risorsa più importante per gli abitanti è costituita dai visitatori.
“Decidemmo di sviluppare un programma per la vendita dei libri,” disse Revati Ramana. “Ogni giorno questo luogo santo è visitato da circa cinquantamila persone che provengono non solo dall’India ma da tutto il mondo.”
Il T.T.D. fece all’ISKCON un’incredibile concessione: il permesso di vendere i libri di Srila Prabhupada nei templi sotto la sua giurisdizione. Molti altri gruppi religiosi avevano provato a farsi largo nei templi T.T.D. senza successo.
“Noi piacciamo ai membri del T.T.D.,” disse Revati Ramana, “perché predichiamo lo stesso antico sanatana-dharma che essi seguono.
Ogni giorno i devoti preparavano sei tavoli con i libri: due sulle colline Tirumala, uno ciascuno nei templi di Govindaraja e Padmavati a Tirupati e due nel tempio ISKCON. Decine di migliaia di persone incontrano i devoti e interagiscono con loro e i devoti vendono ogni giorno migliaia di libri. I proventi dalla vendita dei libri hanno procurato circa il quaranta per cento del costo della costruzione del tempio.

IL TEMPIO
La prima cosa che colpisce un visitatore a Tirupati è il grandissimo numero di insegne colorate, tabelloni e inviti lungo le strade, che pubblicizzano con forza la Bhagavad-gita As It Is e che illustrano le attività dell’ISKCON e di Srila Prabhupada in tutto il mondo. Circa dodici tabelloni in prossimità del tempio mostrano splendide foto di Srila Prabhupada esaltando i meravigliosi doni che ha dato al mondo.
Alla base della torre del benvenuto, sul lato est del tempio i piedi dei visitatori sono bagnati dall’acqua che scorre lentamente. Da qui si entra nel complesso del tempio e si vede il meraviglioso edificio con le cupole di colore azzurro chiaro rivestite d’oro. Il tempio è una splendida sintesi dell’architettura tradizionale dell’India del sud e di moderne attrezzature.
Le cupole del tempio mostrano sculture di Krsna, Rama, Visnu e Nrsimha. Il tempio ha una svagata-gopuram (la torre del benvenuto che rappresenta i piedi del Signore), una raja-gopuram (la torre grande che rappresenta l’ombelico del Signore), una vimana-gopuram (la torre sopra la stanza delle divinità, che rappresenta la testa del Signore) e quattro cupole d’angolo che rappresentano i quattro yuga o ere vediche.
Gradini di marmo conducono i visitatori alle porte anteriori scolpite e ad una veranda al primo piano che circonda l’auditorium. Due rampe di scale su questo ingresso anteriore conducono le persone nella sala del tempio che occupa tutto il secondo piano.
La sala del tempio è un capolavoro di decorazioni. Il soffitto attrae subito gli occhi con i suoi cinque dipinti circolari in stile Thanjavur, un disegno d’oro a linee intrecciate risalta sul suo sfondo rosso. La pittura centrale più grande rappresenta la coppia divina Sri Radha-Krsna vestita e atteggiata secondo lo stile del sud dell’India, circondata da associati che danzano. Un rilievo d’oro orna i Loro abiti.
Enormi candelieri pendono nel centro della stanza mentre altri più leggeri che ruotano lentamente, illuminano le due lunghe navate laterali della sala. Lungo queste due navate laterali vi sono anche pilastri a sezione quadrata con bassorilievi. I bassorilievi su un lato della sala rappresentano i passatempi del Signore nelle diverse incarnazioni, sull’altro mostrano i Suoi passatempi in diversi luoghi santi dell’India.
Lungo le pareti maestosi bassorilievi in strutture di legno intarsiato rappresentano i passatempi del Signore. E alte finestre suddivise in tre parti risaltano per i colorati disegni floreali incisi insieme ad immagini di Balaji, della Sua consorte Padmavati, del Signore Jagannatha, del Signore Caitanya, del Signore Nityananda, dei Loro piedi di loto con tutti i segni di buon auspicio e dei piedi di loto di Radha-Krsna. Il brillante pavimento di marmo egiziano e le decorazioni pittoriche sulle pareti non sono meno complesse, con disegni che uguagliano la maestria dei lavori artistici di tutto il tempio.
Il giro di visita giunge al suo culmine davanti all’altare lucente d’oro, lungo circa dodici metri, da cui presiedono Sri Radha-Govinda, le Asta Sakhi (le otto gopi principali), il Signore Caitanya e Giriraja (Sri Krsna nella forma di una pietra della collina Govardhana). L’assenza di colonne davanti all’altare (realizzato usando sostegni d’acciaio a forma di L profondamente incastrati nel retro dell’altare) consente una visione completa delle divinità. Questo è il primo tempio dell’India del sud in cui Radha-Krsna vengono adorati insieme alle Loro otto gopi principali.
Il tempio è progettato per impartire una formazione spirituale e culturale. Per questa ragione il primo piano ospita un teatro multimediale, un auditorium con trecento posti a sedere e la veranda che lo circonda contiene tavoli ed espositori con libri a disposizione dei visitatori. Al piano terreno si trovano una sala che può ospitare mille persone sedute ed alcuni diorama lungo le pareti che rappresentano le verità e i passatempi delle scritture. C’è anche una guesthouse di cinque piani ben attrezzata con stanze per conferenze e un ristorante Govinda a fianco del tempio.

GOLOKA A VAIKUNTHA
Tirupati è uno dei luoghi di pellegrinaggio più sacri per gli Sri Vaisnava che adorano il Signore con timore e reverenza cioè nel sentimento di Vaikuntha. Ora, realizzando questo tempio di Radha-Krsna, delle Asta Sakhi e del Signore Caitanya, l’ISKCON ha portato a Tirupati l’intimo sentimento d’amore di Vrandavana. Perciò non solo il grande desiderio di Prabhupada è stato soddisfatto, ma le porte di Goloka sono state aperte ai residenti di Vaikuntha.

Murari Gupta Dasa è un discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. È laureato in medicina e chirurgia (M.B.B.S) e presta servizio a tempo pieno all’ISKCON di Chowpatty. Fa parte di un gruppo di produzione delle edizioni di BTG in hindi e in inglese per l’India. Inoltre insegna la coscienza di Krsna agli studenti universitari a Mumbai.
Sulla base di riferimenti di Dinabandhu Dasa di Vrndavan, di Madhugopala Dasa e Rama Murari Dasa dell’ISKCON di Tirupati e di Tattvavit Dasa.

La Cerimonia d’Installazione
29-31 gennaio 2007
Il festival di tre giorni per l’installazione, ampiamente pubblicizzato, aveva attratto una folla enorme. Oltre al pubblico, hanno partecipato più di 7500 devoti registrati provenienti dall’India e da altri cinquanta paesi, compresi quarantacinque devoti provenienti dalla Cina.
Il tempio aveva un aspetto festoso con cerchi di ghirlande di calendule color arancione e gialle, di rose rosse, di gelsomini bianchi e di foglie verdi di mango ripiegate che ne decoravano l’esterno. Vasi di fiori colorati limitavano i prati verdi. Nell’angolo a nord-est davanti ad un laghetto, alcuni brahmana Sri Vaisnava dell’India del sud del tempio di Balaji compivano sacrifici del fuoco in un’ampia yajna-sala col tetto di paglia ( arena per il sacrificio). Per tutto il festival un tipico complesso del sud dell’India, con tamburi di legno, ha riempito l’aria di musica. Dall’altra parte della strada, in un terreno del T.T.D. davanti al tempio, ogni sera si svolgevano programmi culturali, rappresentazioni teatrali, danze e programmi musicali.
Il sacerdote capo del tempio di Balaji, l’ottantenne Sua Santità Paadhajiyar Maharaja, era presente. Era stato previsto che rimanesse per un giorno, ma fu così compiaciuto della cerimonia che è rimasto per tutti e tre i giorni. Era rimasto colpito dall’attitudine devozionale dei devoti ISKCON e ha detto che il loro canto dei santi nomi era più elevato dei riti che i sacerdoti stavano compiendo.

Il Signore viene invitato
La cerimonia dell’installazione è un procedimento per invitare il Signore a discendere nella forma della divinità per accettare il servizio dei Suoi devoti. La maggior parte della cerimonia si svolge dietro porte chiuse. Una delle più incantevoli cerimonie è stata quella di sayanadhivasam cioè mettere le divinità a riposare in un letto auspicioso. Durante la cerimonia di jaladhivasam le divinità dormivano su letti d’acqua. Durante la notte di puspadhivasam, le divinità hanno riposato su un letto coperto di fragranti petali di fiori. Un delicato kirtana è stato cantato come ninna nanna per indurLe a dormire, poi su una vina (strumento a corde) sono stati cantati dolci raga. Infine Kumari Krsna Priya, figlia di Revati Ramana Dasa, ha eseguito una bellissima danza Bharat Natyam per glorificare il Signore. Per tutto il tempo alcuni devoti hanno sventagliato il Signore con camara e ventagli di piume di pavone.
La abhiseka (bagno) delle divinità è stata una cerimonia aperta al pubblico, si è svolta il 31 di gennaio, nel giorno della divina apparizione del Signore Nityananda. Sri Sri Radha-Govinda e le Asta Sakhi indossavano abiti bianchi e meravigliose ghirlande color porpora. Una grande Sila (pietra) di Giriraja con grandi occhi di loto e bocca riposava accanto ai piedi di loto di Govinda. Le divinità sono state bagnate con latte, yogurt e numerosi succhi di frutta. Si sono sentite forti acclamazioni mentre i devoti osservavano il succo colorato del cocomero rosso, il succo verde del melone, il succo arancione della papaia, il succo marrone dei chickoo e perfino il succo di anacardi che scorrevano sopra le divinità mentre risuonava un estatico kirtana.
Dopo quattro ore di abhiseka, i devoti con amore hanno cosparso le divinità con grandi quantità di pura pasta di sandalo e poi Le hanno lavate con una doccia di acqua calda versata dai colini.
Poi è venuto il momento di offrire i profumi e quale modo migliore di quello di usare i fiori più fragranti? Dopo aver asciugato le divinità con morbidi asciugamani, i devoti Le hanno coperte di un’enorme quantità di fiori bianchi di gelsomino, di petali di calendula gialli arancione, di petali di rose rosse e di petali di molti altri fiori. Poi i devoti hanno lanciato i petali sulla folla ed è seguita un’esplosione di gioia. I petali di fiori cadevano a pioggia creando una fontana di fiori davanti alle divinità. I devoti di Tirupati esultanti hanno preso sulle spalle Revati Ramana Dasa ed hanno danzato in estasi.


L’0SSERVATORE VEDICO
Commenti Trascendentali sui Fatti del giorno
La vera guerra santa è quella interiore
di Krsna Dharma Dasa
Le analogie fra le bombe di Mumbai e quelle di Londra e Madrid hanno dimostrato con chiarezza che vi erano implicati i fondamentalisti religiosi. Alcuni osservatori hanno espresso l’idea che le migliorate relazioni dell’India con gli U.S., che hanno addirittura reso possibile un accordo di condivisione delle tecnologie nucleari, possano aver dato all’estremismo musulmano un’ulteriore spinta ad attaccare.
“Chiunque appaia essere dalla parte degli U.S. diventa automaticamente un bersaglio dell’estremismo musulmano,” ha detto l’analista della sicurezza Ashok Mehta.
Senza dubbio tra loro ci sono quelli che sono convinti di combattere una guerra santa. Osama bin Laden ha pubblicato un appello che incita i suoi seguaci a combattere una “jihad in nome di Dio, esortati dal suo profeta”. Nel libro Celsius 7/7, lo storico Michael Gove sostiene che il fondamentalismo islamico significa “condurre una guerra totale al servizio di un’ideologia spietata”.
Spietato è una parola che viene subito in mente quando sentiamo le notizie di uomini, donne e bambini indifesi fatti saltare in aria mentre vivono la loro vita di tutti i giorni. Quale motivazione politica o quale altra rimostranza ci può essere, quale tipo di persone possono fare cose come queste? Può una persona veramente religiosa o santa progettare azioni così infami?

Comprendere la volontà di Dio
Purtroppo, naturalmente, la guerra non sempre è evitabile e i seguaci dei Veda accettano la possibilità di una guerra santa; dopo tutto la Bhagavad-gita fu esposta su un campo di battaglia, ma questa guerra e anche i combattenti coinvolti somigliano poco a quello a cui oggi assistiamo. Innanzitutto prima che una persona sinceramente religiosa s’impegni a combattere deve essere certa che si tratti veramente di un desiderio di Dio e che porterà ad un risultato auspicioso. Krsna espose la Gita ad Arjuna per persuaderlo su questo punto. Krsna inoltre chiarì che Arjuna era in grado di comprendere gli insegnamenti solo grazie al suo cuore puro.
I Veda affermano che indipendentemente da quale sia il nostro percorso religioso, se non ci siamo purificati con la pratica spirituale, non potremo capire realmente il vero percorso della religione o, in altre parole, la volontà divina di Dio. Se non abbiamo un cuore e una mente puri, probabilmente filtreremo anche la nostra lettura delle scritture attraverso le lenti scure di quello che ci piace o no con il possibile risultato di un’applicazione deviante della scrittura che può portarci alla crudeltà, alla collera e all’invidia. D’altra parte colui che ha veramente compreso la religione, esibirà qualità completamente opposte: gentilezza, dolcezza e un cuore pieno d’amore.

Guerrieri con un forte carattere
Arjuna è un buon esempio. Egli era un potente guerriero che, insieme a tutti i membri della sua famiglia, era stato ripetutamente contrastato dai suoi nemici. Tuttavia, prima che la guerra iniziasse, fu sopraffatto dalla compassione anche verso i suoi nemici contro cui non voleva combattere. Era pronto ad andarsene concedendo ai suoi nemici una vittoria senza spargimento di sangue, piuttosto che ucciderli per ottenere un regno. Sebbene questo non fosse in definitiva quello che il Signore voleva, lo stato d’animo di Arjuna viene lodato come quello tipico di una persona santa.
Il fratello di Arjuna, Yudhisthira, aveva lo stesso sentimento. Era stato imperatore del mondo, ma con l’inganno e gli intrighi il suo regno e tutto il resto gli erano stati portati via, tuttavia era pronto a perdonare i responsabili anziché combatterli. Aveva chiesto soltanto alcuni villaggi in modo da poter compiere il suo dovere di re e di amministratore. Quando questa richiesta venne respinta, la guerra diventò inevitabile. Ma quali erano le regole di questo scontro? Il combattimento doveva svolgersi solo tra guerrieri e ben lontano da dove vivevano persone innocenti. L’idea di far del male alle persone comuni, in particolare alle donne e ai bambini, suonava come un anatema per questi guerrieri. Anzi essi vedevano il combattimento come un dovere affidato loro da Dio per proteggere i deboli e gli indifesi che non dovevano essere bersaglio di armi spaventose. Oggi siamo soggetti ad immagini strazianti di uomini indifesi che implorano per la loro vita e che vengono brutalmente uccisi, ma i guerrieri vedici non avrebbero nemmeno ucciso un altro guerriero che fosse senza possibilità di difendersi e che chiedesse misericordia.
Un altro grande santo guerriero che combatté insieme ad Arjuna fu Bhisma. Egli sapeva che uno dei suoi nemici nella vita precedente era stato una donna. Bhisma non lo guardò neanche durante la battaglia, anche quando fu attaccato con ferocia da lui.
Senza dubbio i combattenti di oggigiorno possono imparare molto da questi grandi eroi virtuosi del passato. Forse la lezione più importante che tutti noi possiamo apprendere è che combattere per la volontà di Dio significa innanzitutto combattere contro i nostri demoni interiori. La Gita afferma con chiarezza che una persona che ha superato la sua ignoranza prova amore sia per Dio che per tutti gli esseri viventi che vede come parti del Supremo. Egli agisce esclusivamente per il loro benessere guidato dal desiderio di permettere loro di elevarsi. Il semplice ascolto di ciò che riguarda queste persone veramente sante è per noi edificante e profondamente rasserenante. Paragoniamo questo a ciò che proviamo quando sentiamo delle orrende atrocità che purtroppo sono diventate comuni al giorno d’oggi.
Guerre sante? Difficile da sostenersi.
Krsna Dharma Dasa che vive a Londra, ha scritto sunti del Mahabharata, del Ramayana e del Panca Tantra.


La Bhagavad-gita nello Spazio
di Nanda Dulala Dasa
La signora Sunita Williams era a bordo della navicella spaziale americana, Discovery, lanciata in dicembre. Sunita, i cui genitori sono indiani del Gujarat, sebbene cresciuta negli USA ha assorbito la cultura indiana. Nel suo bagaglio per il volo spaziale, Sunita insieme ad alcuni samosa e ad una divinità di Ganesa, ha portato una Bhagavad-gita.
L’umanità ha a lungo desiderato di conquistare il non noto, il misterioso. Dapprima si manifestò la passione per i mari e le terre straniere; ora è lo spazio infinito che chiama. Vogliamo visitare gli altri pianeti e perfino vivere nello spazio. E questo è naturale, perché come anime spirituali abbiamo il diritto costituzionale di andare in ogni parte dei cieli materiali e spirituali.
Una persona non informata potrebbe pensare che questa tentazione di conquistare lo spazio sia solo recente. Sri Krsna però nella Bhagavad-gita 8.16 dice, a-brahma-bhunaval lokah punar avartino ‘rjuna: “Mio caro Arjuna,anche se ti rechi sul pianeta più elevato, Brahmaloka, dovrai tornare indietro.” Questa affermazione ha per noi due significati. In primo luogo, il viaggio interplanetario non è nuovo per la razza umana. Aveva già luogo nei tempi vedici. Per esempio, lo Srimad-Bhagavatam narra il viaggio del re Kakudmi a Brahmaloka e i viaggi di Bhrgu Muni a Brahmaloka, al monte Kailasa e a Vaikuntha. In secondo luogo e più importante, secondo il Signore Stesso, anche se qualcuno riesce ad andare sui pianeti più elevati, i suoi sforzi sono in definitiva inutili. Immaginate qualcuno che investe in una società sapendo bene che sta andando verso la bancarotta, sarebbe sicuramente da considerarsi uno sciocco, ma anche noi non riusciamo a capire che tutto nel mondo materiale, compresi i pianeti intorno a noi, è temporaneo e perciò tutto quello che noi investiamo qui è inutile.
I Veda consigliano molti sacrifici per elevarsi ai pianeti celesti ed alcuni eruditi arrivano perfino a pensare che questo sia l’intero scopo della saggezza vedica. La realtà però è qualcosa di diverso. Perché sciupare il nostro tempo ad andare in un luogo che un giorno verrà distrutto? Al giorno d’oggi le persone cambiano spesso casa; non amano stare nello stesso alloggio per più di qualche anno. Questa tendenza esiste perché tutti noi siamo lontani dalla nostra casa originale e permanente: il mondo spirituale dove risiede Sri Krsna. Cercare una residenza adatta all’interno del mondo materiale temporaneo non funzionerà, perciò ascoltando il consiglio di Sri Krsna dovremmo cercare di andare tutti a Krsnaloka. Paras tasmat tu bhavo ’nyo ’vyakto ’vyatat sanatanah (Bhagavad-gita 8.20) Là ci attende una vita di eternità, felicità e conoscenza.
D’altra parte, vivere nel mondo materiale è come vivere in prigione. Proprio come un detenuto non può passare liberamente da una cella all’altra, così noi non possiamo spostarci da un pianeta ad un altro. In base alle leggi di Dio siamo sulla terra a causa del nostro karma. Anche se potessimo andare da un pianeta ad un altro, questo non ci renderebbe felici, non di più di quanto cambiare cella può far felice un detenuto. Noi possiamo essere veramente felici solo nel mondo spirituale, fuori dalle mura della prigione del mondo materiale. Se semplicemente ci atteniamo alle istruzioni di Sri Krsna cercando d’impegnarci nel servizio devozionale a Lui, ci sarà concesso di risiedere eternamente sul Suo pianeta. Là la tentazione di avventurarci nello spazio non ci perseguiterà. Sri Krsna dice (Bhagavad-gita 8.15):

mam upetya punar janma
duhkhalayam asasvatam
napnuvanti mahatmanah
samsiddhim paramam gatah

“Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, non tornano mai più in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenza perché hanno ottenuto la perfezione più alta.” Sebbene siamo tentati da ciò che è temporaneo, dovremmo cercare ciò che è permanente.
Posso solo augurare a Sunita, l’astronauta, di aver sfogliato le pagine della Bhagavad-gita durante la sua permanenza nello spazio e di essere rimasta attratta dalle descrizioni del mondo spirituale. Questo sarebbe per lei un vero e duraturo beneficio.

Nanda Dulala Dasa si è unito all’ISKCON in India nel 2000. Fa parte del gruppo BTG dell’India e presta il suo aiuto insegnando la coscienza di Krsna agli studenti universitari a Mumbai.


Festival dell'India 2007
Rathayatra
Viareggio - 14 Agosto 2007
Milano - 8 Settembre 2007